Dinastia Giulio-Claudia
La dinastia Giulio-Claudia è composta dai primi cinque principi ( imperatori romani ) che governano l'impero romano dal 27 a.C. al 68 d.C. senza interruzioni. Il primo imperatore della dinastia è lo stesso fondatore del principato augusteo Ottaviano Augusto. Alla morte di Augusto nel 14 d.C. il senato romano conferma Tiberio come principe successore. Tiberio è il figlio naturale di Livia, moglie di Augusto, nato nel suo primo matrimonio con Claudio Nerone della famiglia Claudia. Nel corso del principato di Augusto il giovane Tiberio è al comando della campagna militare contro i germani, svolgendo il proprio incarico con discreto successo. Nel 5 d.C. Tiberio viene richiamato a Roma dallo stesso Augusto per essere raccomandato come principe successore. Alla morte di Augusto (14 d.C.) il senato romano ratifica la sua successione. Nel principato di Tiberio l'impero romano conserva inalterata la propria solidità finanziaria e militare. I confini settentrionali sono presidiati dalle legioni romani del generale Germanico, nipote di Tiberio, il quale sconfigge i germani e accresce la propria popolarità a Roma. Il rapporto tra Tiberio e il potere imperiale è ambiguo. Da un lato Tiberio mostra più volte di preferire la vita privata a quella pubblica, per lunghi periodi abbandona Roma per risiedere nella sua villa a Capri, d'altra parte non esita a eliminare e a perseguitare i propri nemici politici. Forse geloso o preoccupato dei successi di Germanico, lo fa trasferire in Oriente contro i parti, dove il generale si ammala e muore (19 d.C.). Temendo le ambizioni di Seiano, prefetto di Roma, nel 31 d.C. Tiberio lo accusa di tradimento decretandone indirettamente le condanna a morte in un processo sommario del senato romano. Prima di morire Tiberio indica come possibili successori il nipote Gaio Giulio Cesare Germanico, detto Caligola, e il nipote Tiberio Gemello. Tiberio muore nel 37 d.C. nelle residenze romane in Campania. Alla morte di Tiberio (37 d.C.) il senato romano sceglie Caligola anche in virtù della grande popolarità del padre, il generale Germanico, che ancora gode di grande notorietà e rispetto presso il popolo romano. Il giovane imperatore Caligola si mostra sprezzante nei confronti del senato romano e assume dei comportamenti da sovrano assoluto orientale. Pur continuando a godere di un ampio consenso popolare, nel 41 d.C. Caligola viene assassinato in una congiura della guardia pretoriana. Gli stessi pretoriani eleggono come nuovo imperatore Tiberio Claudio Druso, anch'esso appartenente alla famiglia Giulio-Claudia nonché zio dello stesso Caligola. L'imperatore Claudio è il primo principe ad essere eletto direttamente dai militari. Pur avendo vissuto lontano dalla vita politica romana, l'imperatore Claudio dimostra di essere un buon amministratore. Nel principato di Claudio l'impero romano conquista la regione meridionale della Britannia (44 d.C.) e amplia i diritti dei cittadini delle province romane. L'imperatore Claudio muore nel 54 d.C. per avvelenamento, forse assassinato da sua moglie Agrippina per favorire la successione al trono del figlio Nerone, adottato da Claudio soltanto pochi anni prima. Nerone viene proclamato imperatore a soli 17 anni sotto la tutela della madre Agrippina, del filosofo Seneca e del prefetto del pretorio Burro. Nonostante la giovane età l'imperatore Nerone assume progressivamente le ambizioni di un sovrano assoluto. Organizza l'uccisione del fratello Britannico, figlio di Claudio, e della stessa madre Agrippina. Non esita a far eliminare i suoi nemici e avversari politici al senato, spingendo al suicidio anche lo stesso Seneca. Il governo dispotico di Nerone è inviso ai senatori e agli stessi militari. Il suo principato è caratterizzato anche dal grande incendio di Roma (64 d.C.) e dalle persecuzioni dei cristiani. Nel 68 d.C. le legioni romane in Lusitania si ribellano proclamando imperatore il loro comandante Galba. Nello stesso anno Nerone si suicida. Con la morte di Nerone giunge al termine la dinastia degli imperatori appartenenti alla famiglia Giulio-Claudia.