Modo di produzione industriale
Il modo di produzione industriale si afferma nel XVII secolo con l'invenzione della macchina a vapore. Nei processi industriali la macchina a vapore assume la funzione di macchina motrice in grado di muovere altre macchine e, in molti casi, la forza vapore si sostituisce alla forza umana e animale. Il modo di produzione industriale scardina il precedente modo di produzione manifatturiero-artigianale. Nella manifattura prevale un'organizzazione in cui l'uomo gestisce con abilità tecnica personale le macchine e gli utensili. Al centro del processo è ancora l'uomo. Nel sistema industriale si comincia a produrre macchine in grado di costruire altre macchine. Il sistema artigianale della manifattura viene radicalmente sostituito con il sistema automatico dell'industria. Nel modo di produzione industriale prevale l'aspetto meccanico delle macchine mentre l'uomo perde la sua centralità. L'uomo deve imparare a gestire macchine di dimensioni enormi ( gigantismo delle macchine ). La dipendenza delle macchine dalla forza vapore spinge ad accentrarle in un unico ambiente lavorativo, la fabbrica, in cui una macchina motrice alimenta il funzionamento meccanico di tutte le altre. Se da un lato le macchine consentono di produrre in scala elevata, riducendo il costo unitario dei prodotti finiti, dall'altro il modo di produzione industriale modifica radicalmente anche la società umana, non sempre in modo positivo, e peggiora le condizioni di lavoro.
Lavoro industriale. Il passaggio dal modo di produzione manifatturiero a quello industriale elimina gli aspetti soggettivi del lavoro. Nel sistema di fabbrica il processo lavorativo è prevalentemente oggettivo. La divisione del lavoro non consiste più nella suddivisione delle funzioni e dei mestieri. Nel sistema di fabbrica ogni lavoratore è specializzato a gestire un singolo macchinario. La specializzazione artigianale a saper utilizzare degli utensili parziali viene sostituita con la specializzazione a servire una macchina parziale. Il lavoratore non assimila più conoscenza pratica, o un mestiere, deve soltanto soltanto seguire i ritmi della macchina in questione. In un sistema di fabbrica ogni lavoratore sorveglia e gestisce i meccanismi di una macchina, i cui ritmi di lavoro sono alimentati dala forza vapore e possono anche diventare disumani. Nei casi peggiori è la forza vapore a coordinare i movimenti sia delle macchine e sia degli stessi lavoratori. Un altro handicap del lavoratore nel modo di produzione industriale è il rischio di seguire la sorte della macchina che segue. Quando un macchinario diventa obsoleto e viene sostituito da una nuova tecnologia, anche il lavoratore che la seguiva perde la sua utilità nel processo di produzione e viene a sua volta espulso dal sistema di fabbrica. Questo fenomeno viene, in parte, compensato dalla tendenza all'eguagliamento delle funzioni di lavoro. In molti casi le macchine sono facili da utilizzare e non richiedono grandi conoscenze da parte dell'utilizzatore che deve soltanto seguire i movimenti e i ritmi della stessa. Ciò consente di trasferire lavoratori non qualificati su più macchinari nel corso della loro vita lavorativa. In conclusione, l'abilità e la specializzazione tecnica del lavoratore viene sostituita dalla mera capacità del lavoratore ad adattarsi al funzionamento di macchine differenti. La vicinanza dei macchinari trasforma l'ambiente di lavoro in funzione delle esigenze tecniche a scapito della salute dell'uomo e del lavoratore. Oltre a produrre inquinamento indoor nell'ambiente di lavoro il modo di produzione industriale amplia anche il problema dell'inquinamento nell'ambiente esterno.