Economie esterne
Le economie esterne sono miglioramenti della produzione e dell'efficienza produttiva di un'impresa o di un settore produttivo, ottenuti per l'effetto di cause esterne alle decisioni interne dell'impresa. Le economie esterne ( positive ) sono generate dal miglioramento della rete delle infrastrutture e dei mezzi di trasporto, dalla diffusione di un'innovazione tecnologica ( es. telematica, informatica, ecc. ), dalle relazioni internazionali e/o dalla presenza di altre imprese con attività complementari ( es. servizi bancari, tecnologici, ecc. ) ubicate in una stessa località che consentono di creare un polo di sviluppo ( economia di agglomerazione ). Le economie esterne riducono il costo medio di produzione delle imprese, aumentando la loro competitività sul mercato. Generalmente si utilizza il termine "economie esterne" per indicare le economie esterne positive, ossia le esternalità positive che apportano dei benefici alle imprese.
Diseconomie. Le diseconomie sono, invece, le esternalità negative. Pur avendo la stessa natura delle economie esterne, a differenza di queste ultime le diseconomie arrecano un danno economico alle imprese a causa di fattori esterni. Ad esempio, un'impresa siderurgica (A) scarica sostanze inquinanti nel fiume, deturpando l'ambiente fluviale e danneggiando indirettamente l'impresa ittica (B), situata più a valle, che basa la propria attività economica sulla pesca e sulla qualità dell'ambiente fluviale. Le diseconomie sono anche dette economie esterne negative o esternalità negative.
- Esternalità. Le economie esterne sono fenomeni economici conosciuti anche come esternalità. In genere si intende per economia esterna un'esternalità positiva, ossia un beneficio esterno goduto da terzi come effetto indiretto e involontario di un'attività economica. Si parla di diseconomie, o esternalità negative, quando invece l'attività causa indirettamente un danno o un costo a terzi soggetti.
