Politica fiscale in regime di cambi fissi

La politica fiscale in regime di cambi fissi e di perfetta mobilità dei capitali è una politica economica efficace per aumentare il livello di reddito del paese ( y ). In regime di cambi fissi la banca centrale deve intervenire sul mercato monetario per mantenere costante il tasso di cambio della valuta nazionale nei confronti delle altre, compensando gli eventuali scostamenti della bilancia dei pagamenti. In tali condizioni la politica monetaria è strettamente legata al saldo della bilancia dei pagamenti ( equilibrio esterno ) e la banca centrale non può realizzare una politica monetaria indipendente dalla politica fiscale. Ad esempio, un intervento di politica fiscale espansiva consiste in un incremento della spesa pubblica ( G ). Nella rappresentazione grafica del modello IS-LM la manovra fiscale espansiva sposta la curva IS verso destra.

L'equilibrio macroeconomico si sposta dall'equilibrio iniziale e₀ all'equilibrio e₁ ( fase 1 ) in corrispondenza di un maggiore livello di reddito ( y₁ ) e del tasso di interesse nazionale ( i₁ ). L'incremento del tasso di interesse determina un afflusso di capitale dall'estero, tale da portare in avanzo il saldo della bilancia dei pagamenti. Come si può facilmente notare sul grafico, il punto di equilibrio e₁ si trova in una zona al di sopra della curva BP ossia in una situazione di avanzo della bilancia dei pagamenti. In regime di cambi fissi, in presenza di un avanzo della bilancia dei pagamenti la banca centrale deve intervenire sul mercato per mantenere il tasso di cambio costante al livello prefissato, acquistando la valuta estera in cambio della valuta nazionale. Ciò si traduce automaticamente in un incremento della base monetaria e dell'offerta di moneta La curva LM si sposta versa destra ( fase 2 ) fino alla completa eliminazione della differenza tra il tasso di interesse nazionale e quello estero. Il processo di aggiustamento si conclude nel punto di equilibrio macroeconomico e₃, quando il tasso di interesse nazionale torna ad eguagliare il tasso di interesse estero facendo cessare l'afflusso di capitali dall'estero. Il nuovo punto di equilibrio e₃ si trova sulla curva BP ed è, pertanto, un equilibrio compatibile con il pareggio della bilancia dei pagamenti. Il tasso di cambio è inalterato ma la combinazione della politica fiscale e della politica monetaria consente di spostare l'equilibrio macroeconomico a un livello più alto ( y₃ ) rispetto a quello iniziale ( y₁ ). In conclusione, in regime di cambi fissi la politica fiscale è uno strumento efficace per produrre effetti sul reddito nazionale.

Politica fiscale restrittiva. L'efficacia della politica fiscale è valida anche nel caso opposto di una politica fiscale restrittiva. Una politica fiscale restrittiva consiste in una riduzione della spesa pubblica che sposta la curva IS verso sinistra ( fase 1 ). Nel nuovo equilibrio si registra una riduzione del tasso di interesse che spinge i capitali nazionali a defluire verso l'estero e una situazione di disavanzo della bilancia dei pagamenti. Come si può notare nel grafico successivo la nuova situazione di equilibrio e₁ si trova al di sotto della curva BP, in una situazione di disavanzo della bilancia dei pagamenti.

Per mantenere invariato il tasso di cambio la banca centrale deve intervenire cedendo valuta estera in cambio della valuta nazionale. Ciò si traduce in una politica monetaria restrittiva che sposta la curva LM verso sinistra ( fase 2 ). Nell'equilibrio macroeconomico finale e₂ il tasso di interesse nazionale eguaglia quello estero ( i ) e la bilancia dei pagamenti torna in una situazione di pareggio dei conti, in quanto il punto di equilibrio finale ( e₂ ) si trova nuovamente sulla curva BP. Il tasso dei cambi è stabile in corrispondenza di un livello di reddito nazionale molto più basso ( y2 ). Anche in questo caso, in regime di cambi fissi la politica fiscale produce effetti stabili sul reddito del paese.