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Principato di Commodo

Il principato di Commodo inizia nel 180 d.C. al termine del principato di Marco Aurelio. Per la prima volta dopo quasi un secolo non viene applicato il principio adottivo della successione imperiale tramite la scelta del migliore. Nel 176 l'imperatore Marco Aurelio associa al governo il giovane figlio Commodo che, al momento della scomparsa del padre, ascende giovanissimo al titolo di principe in linea diretta quando ha soli diciannove anni.

Politica di Commodo. La politica dell'imperatore Commodo è però notevolmente differente rispetto a quella del padre. Mentre Marco Aurelio si dimostra rispettoso, saggio ed equilibrato nei confronti del senato romano, il giovane Commodo instaura una violenta repressione del potere senatorio. L'imperatore Commodo tenta di imporre nuovamente un modello dispotico di stampo orientale, reprimendo il potere dell'aristocrazia senatoria e avviando un processo di divinizzazione della sua figura. Per ingraziarsi il consenso diretto della plebe l'imperatore Commodo organizza giochi circensi ed elargisce doni e generi alimentari di prima necessità. L'amministrazione dello stato viene delegata ai ministri senza alcun controllo da parte dell'imperatore, facendo così dilagare la corruzione politica nella gestione delle entrate pubbliche e della spesa pubblica. Sotto molti punti di vista la sua condotta assolutistica, poco equilibrata e anti-senatoria ricorda quella di Caligola, di Nerone e di Domiziano. Anche in politica estera Commodo di dimostra ben diverso da suo padre Marco Aurelio. Contro il volere dei vertici militari l'imperatore Commodo stipula un trattato di pace con i marcomanni e i quadi, del tutto sfavorevole per Roma, per porre termine alle guerre germaniche.

Assassinio di Commodo. In un clima di crescente malcontento per la condotta di Commodo, una volta perduto l'appoggio dei senatori e dei militari, l'imperatore diventa il principale obiettivo delle congiure. Nel 192 d.C. l'imperatore Commodo viene assassinato in una cospirazione organizzata dal prefetto del pretorio Quinto Emilio Leto e da numerosi senatori romani. Lo stesso giorno i congiurati eleggono Elvio Pertinace, generale e console romano, alla carica di principe. Il senato romano ordina la cancellazione di ogni effige, statua o monumento eretto all'imperatore Commodo, condannandolo post-mortem alla damnatio memoriae come nemico della patria. Le speranze senatorie di ripristinare il principio adottivo della successione imperiale sono però disattese. Con l'assassinio di Commodo comincia un prolungato periodo di instabilità politica, di congiure e di anarchia militare, lungo circa cinque anni, in cui pretoriani e militari detengono il potere eleggendo direttamente l'imperatore.

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