Prima guerra mitridatica
La prima guerra mitridatica è la guerra orientale tra il re del Porto, Mitridate, e la repubblica romana. Il regno del Porto si estende dal mar Nero fino in Asia Minore ed è uno dei tanti stati nati dal frazionamento della Siria. L'espansionismo di Mitridate si scontra con gli interessi romani lungo i confini della provincia romana d'Asia. Nel 88 a.C. Mitridate invade la provincia romana d'Asia e organizza la ribellione anti-romana delle popolazioni elleniche in Grecia. La guerra volge a favore di Mitridate e nel 87 a.C. il senato romano decide di affidare a Lucio Cornelio Silla, console ed ex-legato di Mario nella guerra giugurtina e nelle guerra romano-germanica, il comando dell'esercito romano nella guerra mitridatica. Ancor prima di imbarcarsi il senato romano, su richiesta del tribuno Sulpicio Rufo, toglie a Silla il comando per affidarlo a Mario. La decisione non viene però accolta con favore da Silla che torna in armi a Roma e sconfigge i suoi avversari politici e i seguaci di Mario. Nello stesso anno Silla ottiene nuovamente dal senato romano il comando delle truppe in Oriente e quindi si imbarca alla volta della Grecia. Sotto la guida di Silla i romani riconquistano e saccheggiano la città di Atene, alleata di Mitridate, e sconfiggono l'esercito mitridate nella battaglia di Cheronea (86 a.C.) e nella battaglia di Orcomeno (85 a.C.). Negli stessi anni il console romano Lucio Cornelio Cinna favorisce il ritorno a Roma di Mario per massacrare i nemici del partito popolare. Lo stesso Silla viene dichiarato nemico di Roma. Nonostante le vittorie e la supremazia militare romana, preoccupato per l'imminente scoppio della guerra civile a Roma, nel 85 a.C. Silla accoglie la proposta di pace di Mitridate. Il trattato viene siglato nella Pace di Dardano che costringe Mitridate a ritirarsi nei suoi territori e al pagamento di una cospicua indennità di guerra. Grazie al trattato di pace Silla può riscuotere la somma di denaro necessaria per pagare i propri soldati e riorganizzare l'esercito. Soltanto due anni dopo, nel 83 a.C., l'esercito romano di Silla è pronto a tornare in Italia per affrontare sul campo di battaglia la guerra civile romana.
Il ritorno in armi a Roma da parte di Silla viola la certezza stessa della costituzione romana e apre un periodo di forte instabilità politica nella storia della repubblica romana. Un periodo dove a vincere non è più colui che è in grado di ottenere il favore del senato e del popolo romano ma soprattutto chi beneficia della fiducia e del favore dei soldati.