Guerra giugurtina
La guerra giugurtina è un conflitto bellico che si svolge tra il 111 e il 107 a.C. tra numidi e romani. Nel 118 a.C. la morte di Micipsa, re della Numidia e alleato di Roma, apre la strada al trono ai suoi due figli Iempsale e Aderbale. Il trono viene però usurpato dal nipote Giugurta, il quale uccide Iempsale e Aderbale nonostante questi godano della protezione di Roma. La classe equestre romana appoggia l'intervento militare in Numidia contro Giugurta. I senatori sono, invece, più cauti. Alla fine prevale la linea dell'intervento militare. Più che una scelta politica la decisione senatoria di intervenire in guerra contro la Numidia di Giugurta è soprattutto una concessione alla classe equestre e ai cavalieri romani, i quali sperano di ottenere vantaggi economici dalla conquista e dall'occupazione della regione africana. La guerra giugurtina inizia nel 111 a.C. ma i romani non riescono però a cogliere facilmente la vittoria sui numidi. Inaspettatamente il console Lucio Calpurnio Bestia sigla un accordo di pace dopo un anno di guerra, attirando su di sé il sospetto della corruzione e del tradimento. Su pressione della classe equestre il senato riapre le ostilità contro la Numidia. Nel 110 a.C. Giugurta approfitta dell'assenza del console, tornato momentaneamente a Roma per farsi rieleggere, per infliggere alle truppe romane una bruciante sconfitta nella battaglia sul fiume Muthul. Nel 109 a.C. il comando militare passa nelle mani del nobile Metello e i romani riescono a conquistare terreno fino a Cirta. Malgrado i successi militari la classe equestre romana non è soddisfatta della condotta militare dei consoli nobili e coglie l'occasione per far eleggere al consolato un uomo dell'ordine equestre. Tra le varie candidature si distingue per competenza militare il generale Gaio Mario, il quale oltre ad essere un homo novus è anche il legato dello stesso console Metello nella guerra giugurtina. Mario è il primo console non nobile della repubblica romana. Sotto il suo comando le truppe ottengono nuove e importanti vittorie contro i numidi. Il re usurpatore Giugurta è costretto alla fuga alla corte del re della Mauritania ( Bocco ) dove ottiene temporaneamente asilo politico. Il legato di Mario, il questore Lucio Cornelio Silla, negozia con il re della Mauritania la consegna di Giugurta in cambio della divisione delle terre di Numidia. Giugurta viene consegnato ai romani, portato in trionfo a Roma dal console Mario e, infine, giustiziato. Nelle guerre giugurtine emergono due nuovi personaggi della politica romana: il generale-console Mario, abile stratega militare, e il questore-legato Silla, abile diplomatico e futuro dittatore della repubblica romana. Al termine della guerra giugurtina la Numdia non viene proclamata provincia romana, come i cavalieri auspicano, bensì viene suddivisa tra il re di Mauritania e un legittimo discendente al trono di Numidia. Al rientro a Roma sono tributati a Gaio Mario il trionfo e tutti gli onori della vittoria.