Conflitti sociali nella repubblica romana
Le guerre puniche e le guerre macedoniche confermano Roma come potenza militare ed economica del mondo antico. Dalle regioni conquistate confluiscono a Roma tesori, tributi e ricchezze. Tuttavia, la politica militare espansionista dei romani non avvantaggia tutte le classi sociali della società romana. È soprattutto la classe sociale più ricca, quella dei senatori, a beneficiarne mentre le classi medie e quelle basse restano sostanzialmente fuori dalla redistribuzione dei tesori di guerra. Molti senatori ampliano i propri possedimenti terrieri appropriandosi delle terre dello Stato e trasformandosi in latifondisti. Al contrario, i piccoli proprietari terrieri sono condannati alla povertà e spesso sono costretti dalle misere condizioni economiche ad abbandonare l'attività agricola per trasferirsi a vivere nelle città romane. Si allarga così la forbice tra classe ricca e classe povera nella società romana. Al malcontento dei plebei si aggiunge anche quello della classe equestre dei cavalieri e quello delle popolazioni italiche.
- Plebe. I piccoli proprietari terrieri romani sono il fattore di forza dell'esercito romano. Ciò nonostante, sono spesso costretti a vivere all'ombra dei grandi latifondisti e non partecipano alla redistribuzione delle ricchezze conquistate.
- Classe equestre. La crescita del potere militare ed economico di Roma consente alla classe media dei mercanti di crescere e di accumulare vaste ricchezze finanziarie. Dal punto di vista economico-finanziario la classe equestre non è meno potente rispetto a quella dei senatori latifondisti. Tuttavia, malgrado la loro ricchezza, i cavalieri restano estromessi dalla vita politica della società romana.
- Italici. Le popolazioni italiche sono esclusi dalla cittadinanza romana e dalla redistribuzione delle terre conquistate. Il rapporto politico di sudditanza nei confronti dei cittadini romani e l'obbligo al pagamento dei tributi e degli oneri sono i fattori all'origine delle continue ribellioni delle popolazioni italiche.
Il malcontento dei plebei, degli italici e della classe equestre determina verso nel corso del II secolo a.C. un periodo di dura contrapposizione e di conflitti sociali. Di questi anni sono ricordati, in particolar modo, gli anni dal 133 al 121 a.C. per le riforme dei Gracchi.