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Dittatura di Cesare

La dittatura di Cesare comincia nel 49 a.C. quando il condottiero romano entra in Roma e assume il titolo di dittatore ( dictator ) per imporre una serie di riforme politiche. Al termine della guerra civile (45 a.C.), una volta soffocata sui campi di battaglia gli eserciti romani fedeli a Pompeo, Giulio Cesare torna a Roma per riorganizzare l'esercito e per preparare una campagna militare contro i parti. È la fase storica in cui Cesare gode di un potere quasi assoluto e incontrastato. Oltre a essere dittatore con carica decennale, il condottiero detiene anche il titolo di imperator ed è eletto ripetutamente al consolato. Nel 44 a.C. viene, infine, nominato dittatore a vita. Nella dittatura Cesare estende la cittadinanza romana alla Gallia Cisalpina e aumenta a 900 il numero dei senatori per inserire uomini a lui fedeli. Progressivamente il senato romano perde la sua autonomia a vantaggio delle assemblee popolari. In gran parte le magistrature e le alte cariche dello Stato sono occupate da suoi sostenitori. La politica accentratrice trasforma Giulio Cesare in una sorta di sovrano assoluto al quale manca soltanto il carattere divino delle monarchie ellenistiche. Pur restando in un contesto repubblicano, Giulio Cesare ha il potere di nominare o radiare senatori, di organizzare e comandare l'esercito romano, di nominare magistrati, ecc. Il compito del senato romano è limitato a una mera funzione consultiva.

Malcontento dei senatori. L'accentramento dei poteri gli procura numerosi nemici tra la nobiltà senatoria romana e anche nella stessa classe equestre, molti cavalieri sono danneggiati dalla sua decisione di sottrarre la riscossione dei tributi nelle province romane agli appaltatori per affidarla al governatore. Il crescente malcontento dei nobili e dei cavalieri per la perdita delle posizioni di prestigio e degli interessi economici acquisiti alimenta le congiure nei suoi confronti. Paradossalmente, la congiura contro Giulio Cesare nasce proprio negli ambienti a lui più vicini. Nel 44 a.C. nomina pretori Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino. È soprattutto Cassio, scontento per la mancata assegnazione al consolato, a organizzare la congiura anti-cesariana trovando l'appoggio dei nobili, della vecchia classe senatoria e degli ex-pompeiani. La congiura si completa il 15 marzo del 44 a.C. ( Idi di marzo ) con l'assassinio di Giulio Cesare durante una seduta del senato romano.

Giulio Cesare non è un imperatore romano. È frequente ma erroneo pensare a Giulio Cesare come a un imperatore. In realtà Giulio Cesare è soltanto uno degli ultimi dittatori della repubblica romana. Non può essere definito imperatore anche se, probabilmente, se non fosse vittima delle idi di marzo lo sarebbe diventato. La storia romana è storicamente divisa in tre età: monarchia, repubblica e impero. Tuttavia, il passaggio dalla repubblica all'impero non è così netto come quello dalla monarchia alla repubblica. Molte istituzioni romane della fase repubblicana sono uguali a quelle della successiva età imperiale. Ciò che cambia tra le due fasi storico-istituzionali è soprattutto l'investitura a vita dell'imperatore romano e il suo potere decisionale al di sopra di qualsiasi altra istituzione romana. La dittatura di Cesare è, quindi, soltanto un altro passo verso la fine dell'età tardo-repubblicana e l'inizio dell'età imperiale. Il passaggio sarà completato pochi decenni dopo da Ottaviano ( Augusto ).

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Repubblica romana


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