Guerre sannitiche
Le guerre sannitiche si svolgono nella seconda metà del IV secolo a.C. tra romani e sanniti per il controllo dell'Italia centro-meridionale. La profonda fase di decadenza etrusca consente ai romani il dominio dell'area centrale della penisola e ai sanniti quello dell'area meridionale. Nel 354 a.C. i romani e i sanniti stipulano un trattato di non belligeranza per concentrare gli sforzi nell'espansione territoriale verso nord (romani) e verso sud (sanniti). Tuttavia, lo scontro diretto tra le due civiltà è soltanto rimandato. La politica espansionistica romana e sannita si trasforma ben presto in conflitto bellico. Nel 343 a.C. Roma interviene in aiuto di Capua contro i sanniti, dando inizio a una serie di guerre che si concluderanno oltre cinquant'anni dopo, nel 290 a.C., con la definitiva sconfitta dei sanniti.
- Prima guerra sannitica (343-341 a.C.). Nella prima guerra sannitica i romani riescono a estendere la propria sfera di influenza in Campania. In questa fase della guerra i romani confermano la propria egemonia sulla lega latina nel basso Lazio e conquistano i primi territori della Campania settentrionale ai sanniti.
- Seconda guerra sannitica (326-304 a.C.). Lo scontro tra sanniti e romani prosegue con alterne vittorie da una parte e dall'altra. In questa fase i romani subiscono l'umiliante sconfitta delle Forche Caudine dove i militari romani sono costretti a passare denudati sotto il giogo di lance dei nemici. Nonostante la profonda umiliazione i romani vincono altre battaglie e la guerra volge a loro favore.
- Terza guerra sannitica (289-290 a.C.). Nella terza guerra sannitica i sanniti sono definitivamente sconfitti dai romani. Con questa vittoria Roma conquista il pieno controllo dell'Italia centro-meridionale ed entra in diretto contatto con le altre popolazioni italiche meridionali ( lucani ) e con le colonie greche della Magna Grecia.