L'Umanesimo

Nel Quattrocento si afferma in Italia quella corrente letteraria che viene chiamata umanesimo. L'Umanesimo è caratterizzato da una riscoperta e da una nuova valorizzazione dei testi greci e latini e di tutto il mondo classico. Con l'umanesimo viene abbandonata la contemplazione del soprannaturale e del divino, tipica del passato, a favore del ritorno ad uno spirito critico. L'umanesimo pone al centro di tutto l'uomo e la vita terrena, in netta contrapposizione la visione medievale. Pur lavorando sulla tradizione della Scolastica gli uomini del Quattrocento si distaccano radicalmente dallo spirito feudale. Alla perfezione del cavaliere feudale viene sostituita la debolezza dell'uomo nei confronti delle passioni terrene.

Il Quattrocento letterario è caratterizzato dalla grande riscoperta delle opere classiche e dal fiorire degli studi greci. Molte opere classiche sono tradotte, in particolar modo quelle di Platone, Plutarco, Omero e le tragedie. L'opera di traduzione e di riscoperta del mondo classico diffonde un nuovo spirito critico-culturale in forte contrapposizione all'ormai decadente teologismo medievale. A permettere questa rinascita culturale sono soprattutto alcuni avvenimenti storici dell'epoca come il Concilio di Ferrara-Firenze che vede riunire temporaneamente la chiesa cattolica con la chiesa ortodossa. Altro evento storico da considerare è la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi che costringe molti maestri greci ad emigrare in Italia. Tra i maestri bizantini più importanti arrivati in Italia ricordiamo Manuele Crisolora, Giorgio di Trebisonda e Giorgio Gemisto.

Il nuovo interesse per il mondo classico porta ad una fiorente ricerca di grandi opere dell'antichità, molte delle quali sono andate perdute nel corso del medioevo, altre invece sono state salvate dall'opera di trascrizione degli amanuensi ma successivamente accantonate in librerie proibite poiché considerate pagane e incompatibili con la cultura cristiana-cattolica. La ricerca dei testi antichi degli umanisti consente di riportare alla luce tali opere e di rivalutare la lingua latina. Tutto ciò portò alla nascita della filologia umanistica basata su aspetti storici e letterari e sulla profonda conoscenza dei testi da parte del filologo. La volontà di riscoprire i testi classici ed eliminare l'influenza cattolica nelle opere di trascrizione medioevale spinge gli umanisti anche a studiare le differenze tra il latino classico e il latino medievale. In quest'ambito hanno particolare importanza gli studi di Leonardo Bruni e di Poggio Bracciolini. Altri autori della stagione umanistica degni di menzione sono Francesco Filelfo, Flavio Biondo e Vittorino da Feltre.

Gli altri ambienti italiani in cui si diffonde l'Umanesimo sono Venezia, Ferrara e Napoli. A Milano lavorano Leonardo da Vinci e Bramante. Alla corte degli Estensi, a Ferrara, troviamo nomi quali Nicolò da Correggio, Tito Vespasiano Strozzi, Pasquale Collenuccio,e Matteo Maria Boiardo. Venezia è molto importante per la nascita della stampa, e diventa il primo centro editoriale italiano con i lavori di Aldo Manunzio. Importante anche la corte di Urbino e Roma. A Napoli, l'Umanesimo si sviluppa grazie alla protezione della dinastia aragonese. Il principale centro organizzativo napoletano è l'Accademia dove, tra i letterati napoletani, si distingue l'opera di Sannazzaro.

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