Monopolio a monte e a valle ( doppia marginalizzazione )
Il monopolio a monte e a valle è un processo produttivo in cui si verificano due situazioni di monopolio, nello stadio iniziale ( impresa a monte ) e nello stadio finale ( impresa a valle ) del processo. Le due imprese producono in differenti stadi produttivi, hanno relazioni verticali e godono di una posizione di monopolio nel rispettivo mercato di riferimento. Le due imprese operano separatamente l'una dall'altra e ciascuna persegue la massimizzazione del proprio profitto. Ne consegue che il produttore a monte fissa un prezzo di vendita in regime di monopolio, applicando un mark-up sul costo marginale CMA e l'impresa a valle si comporta in egual modo, aggiungendo anch'essa un mark-up sul proprio costo marginale CMB. Entrambe le imprese massimizzano il profitto scegliendo un prezzo in corrispondenza dell'uguaglianza tra costi marginali e ricavi marginali.
Il prezzo sul mercato di sbocco ( pB ) include due mark-up, quello dell'impresa monte (A) e quella dell'impresa a valle (B). L'impresa B acquista il prodotto semilavorato dall'impresa A e considera il prezzo pA come un proprio costo di produzione ( CMB ) su cui applicare un margine di profitto. Questo fenomeno è detto problema della doppia marginalizzazione e provoca l'incremento del prezzo conclusivo di vendita del bene finito sul mercato e la riduzione della quantità prodotta dello stesso. Sulla base del valore di cessione pA deciso dall'azienda a monte, l'azienda a valle decide di produrre qB quantità del prodotto finito al prezzo pB, dovendo perseguire anch'essa l'obiettivo di massimizzazione del profitto. Il profitto dell'impresa a monte è rappresentato dalla superficie πA del grafico, quello dell'impresa a valle dall'area πB.
- Integrazione verticale. In una situazione di monopolio a monte e valle le due imprese potrebbero avere la convenienza a fondersi in un'unico gruppo, sotto un medesimo soggetto giuridico, oppure una delle due potrebbe acquisire l'altra. Diventando un unico soggetto ( azienda integrata ) possono gestire le relazioni verticali come scambi interni e relazionarsi direttamente con il consumatore finale. Negli scambi interni tra le aziende a monte e a valle, appartenenti dello stesso gruppo o azienda integrata, non viene applicato nessun mark-up ma soltanto un prezzo di trasferimento contabile. Il gruppo ha come obiettivo la massimizzazione del profitto complessivo. Ogni singola azienda del gruppo, o reparto, non persegue la massimizzazione del profitto particolare bensì si attiene alla strategia decisa centralmente dall'azienda integrata che si comporta come un singolo monopolista. L'equilibrio di mercato di un'azienda integrata in condizioni di monopolio a monte e a valle è uguale all'equilibrio di monopolio. Il prezzo di vendita del bene è determinato dall'uguaglianza tra costi marginali e ricavi marginali ( massimizzazione del profitto ).
In regime di monopolio l'azienda integrata ottiene un profitto πM superiore alla somma dei profitti ottenibili dalle aziende separate ( πA + πB ). L'integrazione verticale apporta dei benefici anche ai consumatori, poiché l'azienda integrata produce una quantità di produzione superiore del bene finale rispetto al caso delle aziende separate ( qM > qB ) a un prezzo di vendita inferiore ( pM < pB ). Il benessere sociale dell'equilibrio EM è maggiore rispetto all'equilibrio EB. - Contratto non lineare ( franchising ). In alcune circostanze l'integrazione verticale non è la migliore strategia possibile. Nel caso del franchising il soggetto franchisor a monte ha maggiore convenienza ad applicare un prezzo pari al suo costo marginale ( pA=CMA ), vincolando l'impresa acquirente ( affiliato ) al pagamento di una quota fissa pari al profitto del monopolista ( πA ). L'equilibrio di mercato è uguale all'equilibrio di monopolio e l'impresa monte ottiene gli stessi vantaggi ottenibili dall'integrazione verticale, restando però un soggetto giuridico ed economico indipendente dall'altro soggetto a valle.
Questo tipo di accordo è detto contratto non lineare poiché viene applicato un prezzo non lineare. È anche detta strategia della tariffa a due stadi. Da questo equilibrio i consumatori ottengono lo stesso benessere sociale che avrebbero dall'integrazione delle due imprese, essendo il prezzo più basso e la produzione più alta rispetto al caso della doppia marginalizzazione. - Monopolio a monte e concorrenza a valle. Questa situazione si verifica quando sia l'impresa a monte che quella a valle sono soggetti monopolisti nel proprio rispettivo settore economico o stadio di produzione. Modificando le ipotesi iniziali le strategie appena viste non sono più efficaci. Ad esempio, quando nel mercato a valle operano due o più imprese in concorrenza, al monopolista non conviene più vendere al prezzo all'ingrosso più basso, bensì al prezzo più alto.
Nel diagramma sono comparati i due equilibri di mercato, quello con un monopolista a valle e quello con due o più imprese concorrenti a valle. La concorrenza a valle deprime il prezzo di vendita al dettaglio ( PB ) portandolo fino al livello del prezzo all'ingrosso ( PA ). Il ribasso di prezzo azzera completamente l'area del profitto πA del monopolista.
L'imprenditore all'ingrosso ottiene nuovamente il profitto alzando il prezzo PA in corrispondenza dell'uguaglianza tra il costo marginale (CMA) e il ricavo marginale (MR). Il rincaro del prezzo all'ingrosso innalza i costi marginali (CMB) delle imprese a valle, le quali sono costrette ad aumentare il prezzo al dettaglio PB sul mercato finale. Non potendo scendere al di sotto dei propri costi marginali, gli imprenditori a valle possono ridurre il prezzo minimo di concorrenza sino al livello PA e non più basso. In conclusione, quando il grado di concorrenza valle è elevato, l'impresa a monte può beneficiare del profitto da monopolista soltanto innalzando il prezzo di vendita del bene all'ingrosso. Una strategia radicalmente opposta rispetto a quella precedentemente vista in caso di monopolio a monte e a valle.