Homo sapiens
L'homo sapiens compare sulla Terra circa 200.000 anni fa in Africa. La specie dei sapiens appartiene al genere umano ( Homo ) e si distingue dalle altre specie per la migliore capacità mentale di elaborazione del pensiero astratto e per la postura perfettamente eretta che gli consente di liberare gli arti superiori da altre funzioni per destinarle alla manipolazione degli oggetti. A differenza delle altre specie umane il cervello dell'homo sapiens è in proporzione più grande rispetto alle dimensioni del corpo. L'homo sapiens si distingue anche per la migliore capacità di articolare il linguaggio e la comunicazione. L'evoluzione dell'homo sapiens nel paleolitico viene spiegata in modo diverso dalle seguenti teorie scientifiche:
- Teoria monocentrica-migrazionista. La teoria monocentrica-migrazionista di Stringer ipotizza una progressiva espansione della specie sapiens negli ultimi 70.000 - 35.000 anni. Alla migrazione coincide la scomparsa della specie Homo erectus e Homo neanderthalensis. La teoria monocentrica è quella attualmente riconosciuta dalla comunità scientifica.
- Teoria evolutiva-policentrica. La teoria policentrica, o teoria multiregionale, sviluppata da Wolpoff ipotizza l'origine dell'homo sapiens dall'evoluzione graduale delle altre due specie arcaiche di Homo erectus e di Homo neanderthalensis. Secondo Wolpoff l'attuale homo sapiens sapiens è il prodotto dell'evoluzione dell'homo sapiens neanderthalensis e dell'homo erectus.
Circa 40.000 anni l'evoluzione porta alla nascita dell'homo sapiens moderno, denominato homo sapiens-sapiens per distinguerlo dall'homo sapiens arcaico. L'homo sapiens-sapiens è a sua volta suddiviso in due razze, l'homo sapiens-sapiens di Cro-Magnon e l'homo sapiens-sapiens di Combe-Capelle dai nomi delle località francesi dei siti archeologici di rinvenimento dei reperti.