Henry Philip Wicksteed

Philip Henry WicksteedHenry Philip Wicksteed è un'economista britannico. Nasce a Leeds nel 1844. Studia alla University College di Londra e al Manchester New College. Nel 1874 diventa un ministro della chiesa unitaria ( unitarismo ) insieme al padre. Successivamente, nel 1897, decide di abbandonare il suo ruolo di predicatore. Inizialmente si occupa di storia, letteratura e filosofia medievale. Scrive diversi saggi di teologia, letteratura e filosofia morale, dedicando particolare attenzione allo studio di Dante Alighieri. Si avvicina allo studio dell'economia per motivi sociali e morali, fino a diventare uno dei pionieri del marginalismo nella scuola neoclassica inglese. Muore a Childrey ( Berkshire ) nel 1927.

Il pensiero economico di Wicksteed

Wicksteed si avvicina allo studio dell'economia politica studiando le opere di William Stanley Jevons e di Léon Walras.

Come gli altri economisti neoclassici, rigetta l'idea del costo reale di produzione della teoria classica.

la teoria di Wicksteed sul costo opportunità

Al suo posto elabora il concetto di costo come misura delle opportunità perdute o costo opportunità.

Per costo opportunità di un bene A si intende il valore degli altri beni ( B, C, D, E, ... ) a cui l'agente deve rinunciare per acquistare un unità del bene A.

Nota. I suoi studi sul costo opportunità sono molto simili a quelli condotti da Friedrich von Wieser.

La formazione dei prezzi dall'utilità

L'economista spiega la formazione dei prezzi dei beni di consumo con l'utilità marginale e, tramite il prodotto marginale, li collega ai prezzi dei fattori produttivi.

Secondo Wicksteed le scelte al margine sono un criterio razionale per spiegare le scelte economiche dell'uomo.

la teoria dei prezzi di Wicksteed

Nota. Wicksteed abbandona il criterio quantitativo di utilità per introdurre l'idea di ordinamento delle preferenze individuali.

Grazie alla sua visione d'insieme dei prezzi dei beni e dei fattori, Wicksteed può elaborare una teoria della distribuzione basata sulla produttività marginale dei fattori.

E' il primo a formulare il teorema fondamentale della distribuzione del reddito nella teoria marginalista.

La teoria della distribuzione del reddito di Wicksteed

Il teorema fondamentale della distribuzione del reddito di Wicksteed è il seguente:

    In condizioni di equilibrio

  • la remunerazione unitaria dei servizi è uguale al loro prodotto marginale.
  • la somma delle remunerazioni dei fattori è uguale al reddito prodotto.

Se la funzione di produzione è priva di rendimenti di scala, ossia se è una funzione omogenea di primo grado, allora il prodotto viene ripartito interamente tra i fattori produttivi in proporzione alle rispettive produttività marginali.

La teoria del valore di Wicksteed

Se in equilibrio il costo di produzione tende a eguagliare il prezzo, allora la curva di offerta è il corrispettivo della curva di domanda.

Quindi, il valore di scambio dipende esclusivamente dall'utilità.

Nota. Con questa tesi Wicksteed avanza la sua critica alla teoria del costo reale dell'economia classica.

La funzione di produzione

Wicksteed è il primo a definire la nozione di funzione di produzione.

Secondo l'economista il prodotto Y è in funzione dei fattori di produzione X1,...,Xn.

la funzione di produzione

A tutti i fattori produttivi viene data eguale importanza.

Ogni fattore contribuisce alla quota di produzione in funzione proporzionale alla sua produttività marginale.

E' anche il primo a formulare esplicitamente il problema dell'esaurimento del prodotto.

L'ipotesi dell'esaurimento del prodotto

Secondo questa ipotesi, il prodotto si esaurisce nelle quote spettanti ai fattori.

Ad esempio, in una funzione di produzione a due fattori ( capitale e lavoro ) vale la seguente eguaglianza:

il problema dell'esaurimento del prodotto

Nota. La tesi dell'esaurimento del prodotto viene elaborata prima da Carl Menger. Tuttavia, Menger ha poco seguito nel mondo accademico inglese. E' Wicksteed a farla conoscere in Inghilterra.

Secondo Wicksteed i rendimenti di scala della produzione sono sempre costanti.

La funzione di produzione è omogenea di primo grado.

Quindi, il reddito prodotto eguaglia il reddito distribuito.

Perché la funzione deve avere rendimenti costanti? Se i rendimenti di scala fossero crescenti, una quota del prodotto non sarebbe assegnata a nessun fattore. Viceversa, se fossero decrescenti vi sarebbero dei fattori non remunerati in proporzione alla loro produttività marginale.

La critica all'ipotesi di esaurimento del prodotto di Wicksteed

L'ipotesi di Wicksteed sui rendimenti costanti di scala è molto restrittiva e non è confermata da evidenze empiriche.

Nota. Una delle principali critiche viene avanzata da Vilfredo Pareto. Secondo Pareto la teoria di Wicksteed non è generale perché le evidenze empiriche mostrano anche casi di rendimenti crescenti e decrescenti di scala. Inoltre, in alcune produzioni i fattori sono combinati tra loro in proporzioni fisse, quindi senza un legame con le rispettive produttività marginali.

L'economista non riesce a dimostrare perché i mercati debbano remunerare i fattori alle loro produttività marginali:

i fattori produttivi remunerati in base alla produttività marginale

Inoltre, Wicksteed non spiega quale forma debbano avere i mercati per garantire la remunerazione dei fattori alla loro produttività marginale.

Nel modello di Wicksteed i prezzi dei fattori e dei beni hanno origine diverse.

Le opere di Wicksteed

Le principali opere di Wicksteed sono le seguenti:

  • Il Capitale: una critica ( 1884 )
    In quest'opera l'economista critica la teoria marxiana, pur elogiando gli ideali socialisti e alcune proposte riformiste di Marx come la nazionalizzazione della terra.
  • Saggio sulla coordinazione delle leggi della distribuzione ( 1894 )
    ("An Essay on the Coordination of the Laws of Distribution")
    In quest'opera si trova per la prima volta la nozione di funzione di produzione.
  • Il senso comune dell'economia politica (1910)
    ("The Common Sense of Political Economy")
    In quest'opera l'economista utilizza le scelte marginali per giustificare ogni tipo di scelta umana. Non solo le decisioni economiche.

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  1. La scuola neoclassica
  2. La rivoluzione marginalista
  3. L'individualismo metodologico

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