I precursori dell'economia classica
La scuola classica della teoria economica si afferma tra la fine nel Settecento e l'inizio dell'Ottocento con gli studi di Adam Smith e David Ricardo. Tuttavia, il cammino verso la teoria classica è antecedente a queste opere e si possono individuare diversi precursori della scuola classica nei secoli precedenti, come William Petty, John Locke, Dudley North, Bernrd de Mandeville, Pierre de Boisguillebert e Richard Cantillon.
I precursori della scuola classica sono personalità del Seicento e del Settecento. Non si tratta di veri e propri economisti poiché le loro osservazioni sono politiche, hanno origine al di fuori del mondo accademico, e sono utilizzate per sostenere l'adozione di una o un'altra politica economica da parte dei governi. Questi pensatori sono spesso degli uomini di affari che difendono i propri interessi economici. Per questa ragione i loro studi sono talvolta privi di continuità e di coerenza. Sono comunque accomunati dalla critica al mercantilismo e dal desiderio di superamento delle politiche economiche mercantiliste.
- William Petty. Nel XVII secolo William Petty introduce il metodo scientifico induttivo nello studio dell'economia politica con la pubblicazione dell'opera Political Arithmetik ( 1690 ). Secondo il metodo di Petty, conosciuto come Aritmetica Politica, gli economisti dovrebbero definire le leggi economici esclusivamente sulla base delle quantità e dei dati rilevati dal settore economico, senza speculazioni di pensiero o ragionamenti deduttivi. Su questo aspetto la sua posizione è nettamente differente da quella dei classici che, invece, adottano un meotodo basato sulla deduzione. Va comunque apprezzato il tentativo di Petty di applicare il metodo scientifico ( metodo quantitativo ) allo studio dell'economia politica.
Negli scritti di Petty possono trovarsi diversi elementi della scuola classica. Innanzitutto, l'autore abbandona la teoria soggettiva del valore dei mercantilisti, basata prevalentemente sulla domanda dei beni, per adottare una teoria del valore delle merci fondata sul costo di produzione, detto valore naturale. Secondo Petty, il valore delle merci oscilla intorno al suo valore naturale ed è determinato dai costi di produzione della stessa in termini di costo del lavoro e costo della terra. Questa visione è una chiara anticipazione della teoria valore-lavoro della teoria classica. - Dudley North. Nel XVII secolo Dudley North è uno dei primi sostenitori del liberismo economico e dell'individualismo. Secondo North, è sbagliato costruire la teoria economica su modelli ideali, ideologici o morali, in quanto la reale natura umana è notevolmente diversa. Ogni individuo segue i propri interessi ed è il miglior giudice di se stesso. Il pubblico è semplicemente la sommatoria dei comportamenti egoistici individuali. L'approccio metodologico individualista di North è una chiara anticipazione del pensiero economico della scuola classica. North scrive circa un secolo prima rispetto ad Adam Smith, in un'epoca in cui le teorie mercantiliste sono ancora dominanti.
North è anche un sostenitore del liberismo economico, della libertà dei commerci e della capacità delle forze di mercato di giungere all'equilibrio. Secondo Dudley North, lo Stato non dovrebbe intervenire in economia a vantaggio di una o di un'altra parte, alla ricerca di un'armonia impossibile da raggiungere. Soltanto lasciando libero gioco alle scelte degli individui, senza alcun intervento di politica economica da parte dello Stato, l'economia può raggiungere un equilibrio in un'armonia di interessi. Qualsiasi tipo di intervento, invece, produce un vantaggio privato per qualcuno ma uno svantaggio per tutti gli altri ( interesse collettivo ), riducendo la ricchezza nazionale, ostacola e scoraggia il perseguimento degli obiettivi individuali da parte dei privati. La migliore politica è nessuna politica. Dudley North è anche un sostenitore dell'applicazione del metodo deduttivo nelle scienze economiche. A partire da un insieme di verità indiscusse ed evidenti a tutti ( premesse ), lo studioso deve dedurre logicamente tutti gli altri fatti ( conclusioni ). Secondo North, la teoria economica non deve spiegare ogni singolo dettaglio ma il fenomeno in generale. È quindi necessario trovare una legge semplice che sia coerente con le premesse. - Bernard de Mandeville. Agli inizi del XVIII secolo il filosofo olandese-inglese Bernard de Mandeville elabora una teoria simile a quella di North. Mandeville adotta l'approccio metodologico basato sull'individualismo, cercando un nesso tra l'avidità e i vizi privati con il benessere pubblico, e sostiene le politiche economiche basate sul liberismo economico. Secondo Mandeville, ogni individuo dovrebbe essere lasciato libero di soddisfare i propri vizi, l'intera economia ne beneficerebbe. Viceversa, alcune virtù e morali potrebbero essere fortemente dannose per l'interesse sociale e collettivo.
Ad esempio, la parsimonia e il risparmio sono considerate una virtù. In realtà, se tutti i soggetti economici smettessero di acquistare, l'intera economia crollerebbe in breve tempo e il benessere sociale della nazione si ridurrebbe drasticamente. Anche Mandeville, come North, sostiene la necessità del non-intervento dello Stato nell'economia. La tesi di Mandeville è pubblicata nella sua opera "Fable of the Bees, Private Vices and Public Benefits" del 1714. - Pier de Boisguillebert. In Francia le critiche al mercantilismo assumono la forma del protezionismo agrario. Pier de Boisguillebert considera il settore agricolo la vera fonte della ricchezza nazionale di un paese poiché tutti i redditi dipendono direttamente o indirettamente dalla produzione agricola e dal reddito dei proprietari terrieri. Per aumentare il reddito agrario Boisguillebert suggerisce di lasciare liberi i prezzi di variare per farli tendere al loro valore naturale. I prezzi naturali nel settore agricolo avrebbero aumentato la produzione e il reddito agrario, facendo crescere indirettamente la ricchezza nazionale.
La visione di Boisguillebert a favore del libero scambio ( laisser faire ) lo pone tra i precursori della scuola classica. Secondo Boisguillebert le forze di mercato, se libere di agire, spingono i prezzi verso il valore naturale. L'autore non riesce però a dimostrare le sue affermazioni che mantengono, in ogni caso, un valore di anticipazione teorica. La centralità del settore agricolo nella produzione del ricchezza nazionale lo rende uno dei principali precursori della scuola fisiocratica francese. - Richard Cantillon. La teoria di Cantillon anticipa diversi elementi della teoria fisiocratica e della teoria classica dell'economia. Richard Cantillon è un economista irlandese che per motivi di lavoro risiede molto tempo in Francia e in Inghilterra. I continui viaggi tra Parigi e Londra gli consentono di conoscere le posizioni teoriche sia inglesi che continentali. Da William Petty acquisisce l'idea che il valore abbia origine nel costo di produzione del lavoro e della terra. Mentre Petty enfatizza il concetto del lavoro contenuto, Cantillon cerca di misurare il valore utilizzando la terra come fattore primario.
In Cantillon è forte l'influenza degli economisti francesi e l'idea che il settore agricolo svolga un ruolo centrale e trainante nello sviluppo economico. In particolar modo, negli scritti Cantillon si possono trovare le stesse posizioni teoriche dell'economista francese Boisguillebert a favore del protezionismo agrario. Secondo Cantillon, il sistema economico è caratterizzato da flussi circolari che hanno origine dalla rendita agraria, quale unico prodotto netto autonomo che permette di sostenere la crescita di tutti gli altri settori economici. Richard Cantillon è considerato uno dei precursori della scuola fisiocratica francese.