Pressione fiscale in Italia
La pressione fiscale in Italia supera il 40% negli anni duemila, tendendo progressivamente ad avvicinarsi alla soglia dei 45% nel corso del primo decennio del XXI secolo. Si tratta di un dato medio che prende in considerazione l'intero universo della popolazione dei contribuenti. Considerando il fenomeno dell'evasione fiscale, tramite il quale una parte consistente dei contribuenti si sottrae all'obbligo del pagamento dei tributi, la pressione fiscale effettiva in Italia oltrepassa il 50%. Secondo una stima fornita dalla CGIA di Mestre, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese, nel 2013 la pressione fiscale media si attesa al 44,4% mentre quella reale sui contribuenti onesti arriva al 53,8%.
Anno | Pressione fiscale ( % ) | Tax Freedom Day |
2004 (*) | 40,4% | 148 giorni |
2005 | 40,1% | 146 giorni |
2006 | 41,7% | 152 giorni |
2007 | 42,7% | 156 giorni |
2008 (*) | 42,6% | 156 giorni |
2009 | 43,0% | 157 giorni |
2010 | 42,6% | 155 giorni |
2011 | 42,6% | 155 giorni |
2012 (*) | 44,0% | 161 giorni |
2013 | 44,4% | 162 giorni |
( fonte dati: CGIA di Mestre - 2013/06 - * anno bisestile )
Dopo una prolungata fase di stabilità, a partire dal 2008 la crisi economica del 2008 peggiora progressivamente le condizioni economiche del sistema economico. A parità di spesa pubblica e con un onere crescente sul debito pubblico, il carico fiscale dei tributi incide maggiormente su un'economia ormai in difficoltà, in sostanziale assenza di crescita economica e con una base imponibile sempre più bassa. Nel 2012 il livello di pressione fiscale in Italia oltrepassa per la prima volta nella storia il livello record del 43,7%, registrata nel 1997 in occasione dell'Eurotassa del governo Prodi. Il dato sulla pressione fiscale italiana del 2012 viene confermato anche dallo stesso Dpef del governo Monti.
Pressione fiscale effettiva in Italia. Secondo il dato rilasciato dall'Agenzia delle Entrate in merito al consuntivo 2004, già alla metà del primo decennio del secolo la pressione fiscale effettiva in Italia incide per il 50,7% gli italiano. La pressione fiscale 'effettiva' è l'indicatore più realistico della situazione poiché viene calcolata in percentuale sul Pil al netto della base Iva dichiarata, ossia al netto dell'evasione fiscale. Prendendo come riferimento la pressione fiscale 'apparente', calcolata sul PIL complessivo, il fenomeno si ridimensiona a 41,42% perdendo però di realismo. A partire dal 1990 la pressione fiscale italiana non è mai scesa al dì sotto del 50%, oltrepassando la quota dei 55% in due occasioni, nel 1993 e nel 1997 ( Eurotassa ).
Il fenomeno dell'eccessiva pressione fiscale in Italia delinea due caratteristiche peculiari del sistema economico italiano. Da un lato la presenza di una cospica quota di evasori fiscali che il policy maker non riesce a individuare. Dall'altro lato, una spesa pubblica eccessiva, non sempre finalizzata alla fornitura di servizi pubblici utili o indispensabili, in parte causata dall'onere crescente del pagamento degli interessi sul debito pubblico, che costringe il policy maker ad aumentare il carico fiscale sui contribuenti più onesti, penalizzando fortemente l'equità sociale e la competitività delle imprese.