Commercio neolitico
Il commercio nel neolitico è trainato dalla crescita della produzione agricola e dalla nascita dell'artigianato. Una delle prime merci ad essere scambiate è l'ossidiana, un vetro vulcanico da cui si ottengono i manufatti scheggiati. Nel neolitico più avanzato sono scambiate le seguenti merci:
- ossidiana
- vasellame in ceramica
- manufatti in osso e legno
- manufatti in pietra
- strumenti da lavoro e armi
- prodotti agricoli
Il surplus della produzione agricola nelle regioni fertili dei grandi fiumi consente da un lato la crescita demografica dei villaggi e dall'altro la possibilità di impiegare il surplus alimentare per la divisione del lavoro. Nascono così le nuove attività non agricole come l'artigianato, i soldati, gli uomini di religione ecc. I primi scambi commerciali del neolitico si realizzano all'interno dei villaggi e sono favoriti dalla divisione del lavoro. Gli agricoltori scambiano il surplus alimentare con gli artigiani per ottenere manufatti, vasellame e prodotti da lavoro. In una seconda fase il commercio comincia ad avere luogo anche tra villaggi diversi. Non esiste ancora una moneta e gli scambi sono effettuati tramite il baratto delle merci. Il commercio verso l'esterno favorisce indirettamente anche la realizzazione e il perfezionamento dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione.