Gli antibullionisti inglesi

Gli antibullionisti sono un gruppo di economisti e politici inglesi all'inizio del XIX secolo, favorevoli al divieto di conversione in oro della sterlina ( Restriction Act ). Questa corrente di pensiero influenza la teoria e la politica monetaria classica durante le guerre napoleoniche. Uno dei principali esponenti di questa corrente politica è il cancelliere William Pitt. Tra le fila degli antibullionisti si possono trovare altri economisti classici autorevoli, come Thomas Robert Malthus e Robert Torrens.

La teoria monetaria antibullionista

Gli antibullionisti interpretano l'equazione degli scambi in chiave antimonetarista. Secondo gli antibullionisti l'offerta di moneta non influenza il livello dei prezzi. Al contrario, sono i prezzi a determinare la moneta.

la visione antibullionista della moneta

I prezzi sono determinati dalle condizioni del mercato dell'economia reale, dalla domanda e dall'offerta delle merci, mentre l'offerta di moneta si adatta passivamente ai prezzi.

Pertanto, l'offerta di moneta non produce effetti inflazionistici perché la moneta circolante si adegua sempre ai bisogni reali delle transazioni.

Perché la moneta non ha effetti reali nella teoria antibullionista

Se la banca centrale sconta soltanto le cambiali reali, l'emissione del titolo non causa l'incremento permanente della moneta circolante, poiché il debito viene rimborsato alla scadenza, al termine della transazione commerciale sulla merce, e la moneta aggiuntiva viene tolta dalla circolazione.

Esempio. Il soggetto A acquista la merce X dal soggetto B tramite una cambiale reale. La banca emette il titolo di debito pagare la merce ( moneta aggiuntiva ). Successivamente, l'azienda A vende la merce X all'azienda C e ottiene un reddito che utilizza per rimborsare ed estinguere il debito cambiario. Quindi, la moneta aggiuntiva creata inizialmente per pagare B, alla scadenza della cambiale viene tolta dalla circolazione.

Questa visione è detta dottrina delle real bills.
la dottrina delle real bills degli antibullionisti

Pertanto, un eventuale eccesso di offerta monetaria è sempre temporaneo e non aumenta il livello dei prezzi.

Nota. Le cambiali reali sono titoli commerciali emessi in una transazione di beni reali.

Qual è l'origine dell'inflazione secondo gli antibullionisti

Secondo gli antibullionisti, il deprezzamento del cambio della sterlina è dovuto ai fattori esogeni della contingenza storica. Non dipende dalla politica monetaria espansiva della Banca centrale d'Inghilterra.

Nei primi anni del XIX secolo l'Inghilterra sta affrontando una lunga guerra contro la Francia ( guerre napoleoniche ). È quindi costretta ad affrontare molte spese militari all'estero per sostenere i paesi alleati.

Inoltre, il periodo di guerra ostacola il commercio marittimo internazionale, penalizzando soprattutto le esportazioni inglesi e rendendo più care le materie prime importate in Gran Bretagna.

A tutto questo si aggiunge un periodo di carestia che riduce la produzione agricola, facendo innalzare il prezzo dei beni alimentari e il salario dei lavoratori.

le cause esogene del deprezzamento della sterlina secondo gli antibullionisti

Questi fattori spiegano, secondo gli antibullionisti, le ragioni del deficit della bilancia dei pagamenti inglese e il conseguente deprezzamento della sterlina.

In questa congiuntura economica, secondo gli antibullionisti, il ripristino della convertibilità in oro della sterlina potrebbe riequilibrare la bilancia dei pagamenti, ponendo fine al deprezzamento della sterlina, causando però una restrizione monetaria e una caduta dei prezzi interni ( deflazione ) con conseguente riduzione della produzione e dell'occupazione nazionale.

le conseguenze di un ripristino della convertibilità dell'oro

In sintesi, secondo gli antibullionisti il ripristino della convertibilità in oro può riequilibrare i conti con l'estero ma conduce l'Inghilterra verso una grave crisi economico-finanziaria, particolarmente difficile da gestire in un periodo di guerra.

La critica alla politica bullionista

La tesi bullionista riesce a interpretare efficacemente la realtà economica quando la congiuntura si trova in una fase di sottoproduzione e di stagnazione, ma non in piena occupazione o di forte crescita economica.

Agli inizi del XIX secolo l'economia inglese si trova in una situazione di piena occupazione e ogni minima espansione monetario, seppure minima, si traduce in inflazione dei prezzi.

Inoltre, la Banca d'Inghilterra è vincolata per legge a un tasso di sconto inferiore al 5%, in virtù della normativa contro l'usura. Pertanto, il saggio di interesse di mercato e il saggio di profitto sono sempre più alti del tasso di sconto. In tale circostanza il credito si espande senza alcun limite.

Nota. Il tetto del 5% sul tasso di sconto viene eliminato nel 1833. Da questo anno in poi, per frenare un eccesso di domanda di credito per scopi speculativi, la banca centrale può aumentare il tasso di sconto anche oltre il limite del 5%.

Infine, va considerato che i bullionisti basano la propria tesi su un'ipotesi molto restrittiva, quella secondo cui la banca centrale dovrebbe scontare soltanto le cambiali reali. In realtà, agli inizi del XIX secolo la speculazione agisce sul prezzo delle merci nelle transazioni reali. È difficile per la banca distinguere le cambiali reali da quelle che hanno natura speculativa.

Quando il sistema economico è in crescita, il saggio di profitto è sicuramente più alto del tasso di sconto. Pertanto, l'offerta di credito ( moneta ) si può espandere senza limiti e causare la crescita dei prezzi ( inflazione ).

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La teoria monetaria classica

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