La Scuola metallista

La Scuola metallista ( o metallica ) è una corrente di pensiero degli economisti britannici nel periodo tra il 1825 e il 1850. È conosciuta anche come British Currency School.

E' una delle due scuole di pensiero della teoria monetaria e valutaria classica insieme alla British Banking School ( Scuola bancaria ).

Uno dei principali economisti appartenenti alla Currency School è David Ricardo.

L'offerta di moneta causa l'inflazione dei prezzi

Secondo la Scuola metallista un eccesso di offerta di moneta causa l'inflazione dei prezzi.

Per evitare il problema, i metallisti propongono di limitare la circolazione monetaria imponendo agli emittenti delle banconote, le banche, di garantire la convertibilità delle stesse ed essere in possesso di un determinato controvalore in oro come riserva.

il meccanismo di aggiustamento automatico proposto dai metallisti

Nota. Alcuni economisti sostengono che i prezzi sono influenzati dalla moneta in circolazione, mentre altri riconoscono un'influenza anche tramite i depositi bancari.

La convertibilità in oro della valuta

La Scuola metallista riprende le tesi dei bullionisti a favore di una piena convertibilità della valuta nazionale ( sterlina ) in oro.

Secondo la Currency School, la convertibilità valutaria in oro garantisce la stabilità monetaria, limita il fenomeno dell'inflazione e della svalutazione.

Le Palmer's Rule ( 1827 )

Nel 1827 la Banca d'Inghilterra abbandona le politiche antibullioniste per assumere quelle metalliste sotto il direttore John Horsley Palmer, tramite le cosiddette regole di Palmer ( Palmer's Rule ).

Con le Pamer's Rule la Banca centrale adegua le passività alle variazioni delle riserve auree.

il criterio di aggiustamento di Palmer

Tuttavia, Palmer considera tra le passività sia le banconote che i depositi, lasciando alla banca un margine di discrezionalità nel rapporto tra circolante e depositi.

la moneta come insieme del circolante e dei depositi

Spesso la banca risponde alla diminuzione delle riserve auree prevalentemente con una riduzione dei depositi, lasciando quasi immutato il circolante ( fluttazione metallica imperfetta ). Senza produrre effetti reali anticiclici sulla domanda interna.

La scuola metallica, invece, vorrebbe legare le variazioni delle riserve auree, ossia il tasso di cambio della valuta, alle variazioni dello stock di moneta circolante nel paese ( banconote + monete metalliche ).

Il Bank Charter Act ( 1844 )

Nel 1844 il governo inglese sposa le tesi della Scuola metalliste e approva il Bank Charter Act. La legge viene varata dal governo del conservatore Robert Peel. È anche conosciuta come Peel Act.

Il Bank Charter Act scorpora la banca centrale in due sezioni indipendenti, una dedicata all'emissione delle banconote e un'altra ai depositi bancari.

la suddivisione della banca centrale in due dipartimenti indipendenti

Nota. Questo provvedimento si ispira a un suggerimento avanzato nel 1823 da David Ricardo, lo scorporo della banca centrale in un dipartimento bancario per il credito/depositi e un dipartimento indipendente per l'emissione delle banconote.

Inoltre, il Bank Charter Act elimina il rapporto di riserva aurea fisso, ossia la ripartizione in quote tra titoli e riserve auree, fissando la copertura in titoli a 14 milioni di sterline. In questo modo, qualsiasi variazione delle riserve auree impatta automaticamente sulla moneta circolante.

il sistema monetario nella visione metallista

Soltanto la banca centrale inglese ( Bank of England ) può stampare moneta. Tutte le altre banche provinciali devono soltanto mantenere una determinata quantità di riserva di oro e valuta.

L'abolizione del potere di emissione delle banche provinciali

Un altro dibattito inglese tra bullionisti e antibullionisti è sul ruolo delle banche provinciali nella funzione di emissione della moneta.

Le banche provinciali detengono una frazione della base monetaria. Inoltre, hanno facoltà di emissione della cartamoneta. Possono influenzare l'offerta di moneta?

  1. Secondo gli antibullionisti le banche provinciali possono influenzare l'offerta di moneta, tramite un meccanismo di moltiplicazione monetaria sul credito, e renderla incontrollabile dalla banca centrale.
  2. Secondo i bullionisti, invece, il ruolo delle banche provinciali è minimo e il potere di emissione monetario è soprattutto una leva della banca centrale.

Su questo argomento prevale il punto di vista antibullionista. La Scuola monetaria accetta l'ipotesi di un effetto moltiplicativo causato dalle banche provinciali.

Per questo motivo il Bank Charter Act del 1844 abolisce definitivamente il potere di emissione delle banconote da parte delle banche provinciali.

Inoltre, viene aumentato il controllo della banca centrale sulle attività delle banche provinciali.

Gold Standard

Con il Bank Charter Act entra ufficialmente in vigore il regime del Gold Standard come meccanismo di riequilibrio automatico degli scambi esteri.

La critica alle politiche valutarie metalliste

Negli anni successivi il Bank Charter Act viene contestato dalla Scuola Bancaria ( British Banking School ) e sospeso temporaneamente in diverse occasioni.

Le tesi metalliste sulla politica monetaria e valutaria ( convertibilità in oro ) si dimostrano comunque prevalenti e sono mantenute dalla banca centrale inglese fino all'inizio del Novecento.

Gli esponenti della scuola metallica

  1. Robert Torrens
  2. Samuel Jones Lloyd ( Lord Overstone )
  3. Thomas Joplin

https://www.okpedia.it/scuola-metallista-currency-school


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La teoria monetaria classica

  1. La teoria monetaria nei classici
  2. I bullionisti
  3. Gli anti-bullionisti
  4. La Scuola metallista
  5. La Scuola bancaria

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