Papiro
Il papiro è un materiale utilizzato dagli antichi egizi per scrivere. È ottenuto lavorando il fusto della pianta Cyperus Papyrus, una pianta molto abbondante sul delta del fiume Nilo. Il papiro somiglia a un foglio di carta arrotolato dal colore bianco-avorio. È utilizzato per la prima volta come supporto per la scrittura nell'antico Egitto nel periodo della Prima dinastia dell'Egitto protodinastico. In seguito, l'utilizzo del papiro si diffonde in tutto il bacino del Mediterraneo, in Europa e in Medio Oriente. L'uso del papiro affianca e sostituisce i precedenti supporti rigidi ( tavolette di argilla, cortecce, pareti, ecc. ) su cui scrivere. Il peso, la fragilità e l'ingombro dei supporti rigidi dei supporti fisici ostacolano la diffusione del sapere e delle comunicazioni a distanza. L'introduzione del papiro consente, invece, una maggiore facilità di trasporto grazie alle sue caratteristiche di flessibilità e di leggerezza. I rotoli di papiro occupano poco spazio, sono leggeri e permettono di scrivere messaggi anche molto lunghi. Con l'invenzione del papiro ha luogo anche l'invenzione della penna e dell'inchiostro. Per scrivere sul papiro gli antichi egizi utilizzano una penna immersa nell'acqua mescolata con colla e fuliggine. Il papiro è un elemento di fondamentale importanza per la diffusione della comunicazione scritta nel mondo antico e nella storia della comunicazione.
Come si fabbrica il papiro. Il procedimento di fabbricazione del papiro è descritto da Plinio il Vecchio in "Naturalis Historia". Il midollo della pianta del giunco viene tagliato in strisce molto sottili, le quali sono poi immerse nell'acqua, sottoposte a pressione su una tavola di legno, essiccate al Sole e, infine, lavorate per eliminare le imperfezioni e per levigare la superficie.