Economia marxista e ambiente
L'ambiente nella teoria marxista è la natura che l'uomo utilizza per estrarre le risorse e modifica a proprio piacimento. La visione di Karl Marx dell'ambiente è simile a quella dell'economia classica. L'ambiente fornisce all'uomo le risorse naturali necessarie per la produzione, in particolar modo la terra, le risorse agricole e minerarie. Le attività economiche consentono di trasformare il valore intrinseco della natura in un valore d'uso per l'uomo. È quindi lecita qualsiasi attività di trasformazione ambientale purché questa migliori le condizioni di vita umane. I marxisti accettano l'idea che l'uomo possa migliorare il sistema ambientale per aumentare il benessere sociale ( trasformazione e umanizzazione della natura ). Le conseguenze ambientali non sono considerate. Va sottolineato che la visione marxista dell'ambiente non si distacca molto da quella capitalistica. Sia gli economisti classici che gli economisti marxisti sono consapevoli della scarsità delle risorse naturali e condividono una sorta di pessimismo di lungo periodo. Nel lungo periodo il sistema economico tende verso un equilibrio di stato stazionario, in cui il sovrappiù e il profitto si annulla. Sia per i marxisti che per i classici, nel lungo termine l'ambiente è un limite materiale alla crescita economica. Secondo Marx la progressiva scarsità delle risorse accentua la lotta e il conflitto di classe tra capitalisti e lavoratori. Per contrastare la caduta del saggio di profitto, i capitalisti sono costretti ad aumentare lo sfruttamento del lavoro e investire nelle tecnologie save-labour.
- Sfruttamento del lavoro. La teoria marxista utilizza la teoria valore-lavoro degli economisti classici per dimostrare l'esistenza dello sfruttamento. Per compensare la riduzione del saggio di profitto i capitalisti intensificano lo sfruttamento della classe lavoratrice, peggiorando le condizioni di vita della popolazione.
- Progresso tecnologico. La riduzione del saggio di profitto spinge i capitalisti a investire nelle innovazioni tecnologiche per aumentare la produttività del lavoro e per ridurre l'impiego dei lavoratori nei processi di produzione ( save labour ) a parità di prodotto. Secondo i marxisti, le nuove tecnologie sono caratterizzate da un elevato impatto ambientale ( es. inquinamento, rifiuti, ecc. ) che si scarica interamente sulle condizioni di salute e di vita della popolazione dei lavoratori.
I conflitti sociali tra capitalisti e lavoratori si aggravano progressivamente fino a sfociare in una rivoluzione proletaria in cui le masse dei lavoratori sfruttati conquistano con la forza il potere, sostituendosi alla minoranza dei capitalisti e ponendo fine al capitalismo. In conclusione, nella teoria economica marxista lo sfruttamento delle risorse naturali scarse è un ulteriore argomento per sostenere l'esistenza dello sfruttamento del proletariato e per costruire le precondizioni teoriche della nascita del socialismo. In un sistema economico socialista l'ambiente continua a svolgere la propria funzione di generatore di risorse e materie prime. Le decisioni sono accentrate in un'autorità di pianificazione economica, alla quale spetta il compito di decidere quali e quante risorse naturale estrarre, cosa e quanto produrre. Nel socialismo viene riconosciuta l'esistenza di un rapporto chiuso tra ambiente ed economia ( sistema economico circolare ).
- Impatto ambientale del socialismo. Pur avendo la consapevolezza di un collegamento retroattivo tra sistema ambientale e sistema economico, non si può parlare di sviluppo sostenibile. Il processo di umanizzazione della natura si traduce nella distruzione irreversibile dei sistemi naturali, con enormi conseguenze ambientali, senza apportare un migliormento sensibile alle condizioni di vita dell'essere umano.