OKPEDIA DISOCCUPAZIONE ITALIANA

Disoccupazione italiana

La disoccupazione italiana è pari al 10.7% ( dato 2012 ) su una popolazione attiva di 25.587 miila persone ( 25,5 milioni di persone ). I disoccupati italiani sono circa 2,7 milioni ( 2.744 mila disoccupati ). Sia il numero dei disoccupati in valore assoluto e sia il tasso di disoccupazione italiana nel 2012 sono in forte aumento rispetto all'anno precedente. Le principali fonti statistiche sulla disoccupazione in Italia sono fornite dall'Istat. La diffusione dei dati statici dell'Istat è coordinata con Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea. Nel 2012 la popolazione attiva con età compresa tra 15 e 74 anni è composta da 45,866 milioni di persone, di cui 22,843 milioni sono occupati, 2,744 milioni sono disoccupati e 20,280 milioni sono inattivi. La popolazione della forza lavoro in Italia è composta soltanto dai disoccupati e dagli occupati. Nell'insieme degli occupati sono inclusi i sottoccupati part-time, circa 605 mila persone. Il quadro riassuntivo dell'Istat sull'occupazione/disoccupazione italiana nel 2012 è il seguente:

Occupati 22.843
di cui sottoccupati part-time 605
Disoccupati 2.744
Inattivi 20.280
di cui disponibili a lavorare ma non cercano lavoro 2.975
di cui cercano lavoro ma non disponibili 111
altri inattivi 17.193
(anno 2012 - migliaia di unità )

La disoccupazione italiana è caratterizzata da una forte componente giovanile ( disoccupazione giovanile ). Il mercato del lavoro italiano è, inoltre, caratterizzato da una forte quota di inoccupati, i quali non sono compresi nella forza lavoro ( occupati + disoccupati ) nelle rilevazioni statistiche(1). Nel medio-lungo periodo la disoccupazione in Italia è diminuita dal 1999 al 2007 passando dal 11.4% al 6.7%. Dal 2008 al 2010 è infine aumentata fino al valore attuale.La forza lavoro in Italia è concentrata nel terziario e nei servizi al 67,6%, nel settore primario al 3,9%, nel settore secondario/industriale al 28,5%.

anno tasso di disoccupazione ( % )
1998 12,2%
1999 11,4%
2000 10,7%
2001 9,5%
2002 9,2%
2003 8,7%
2004 8%
2005 7,7%
2006 6,8%
2007 6,4%
2008 6,7%
2009 7,8%
2010 8,4%
2011 8,4%
2012 10,7%

(fonte EuroStat 2013)

Le cause di disoccupazione in Italia sono diverse nei vari periodi storici, a partire dal secondo dopoguerra in poi. Le cause più recenti sono da attribuirsi ai cambiamenti del sistema economico italiano nel corso degli anni '80.

  • Disoccupazione negli anni '80. Nella seconda metà degli anni '80 l'economia italiana muta progressivamente, sotto la spinta dell'innovazione tecnologica e della competizione globale. L'automatizzazione e la robotizzazione degli impianti produttivi determina una forte diminuzione della domanda di lavoro degli operai di bassa qualificazione. Al tradizionale settore secondario industriale si affianca il settore terziario. La domanda di lavoro delle imprese si sposta verso il lavoro qualificato nel terziario, facendo crescere il numero di occupati in lavori impiegatizi ( terziarizzazione ). Si verifica una transizione dai lavori non qualificati verso quelli qualificati. Il titolo di studio e la formazione iniziano ad assumere un'importanza preminente nel mercato del lavoro italiano. In questi anni si diffonde anche la figura dei quadri, una categoria di lavoratori con responsabilità intermedia tra lavoratori subordinati e dirigenti. La transizione socioeconomica della società italiana dalla struttura economica industriale a quella post-industriale, è una delle cause più recenti della disoccupazione italiana. Per fronteggiare la concorrenza globale, molte imprese delocalizzano gli impianti produttivi all'estero, in particolar modo nei paesi emergenti in cui il costo del lavoro è molto più basso ( delocalizzazione produttiva ). La terziarizzazione dell'economia consente di assorbire una parte dei disoccupati del settore industriale ma la crescente richiesta di lavoro qualificato tende progressivamente a espellere i lavoratori privi di titoli di studio e/o poco esperti.
  • Disoccupazione negli anni '90. Negli anni '90 il settore terziario italiano raccoglie circa il 60% dei lavoratori italiani. Il settore industriale e il settore agricolo sono, invece, ridimensionati dalla diffusione delle innovazioni tecnologiche e dai nuovi macchinari che consentono di ottenere una forte crescita della produttività del lavoro e, quindi, una minore domanda di lavoro. La domanda di lavoro qualificato e specializzato costringe a un periodo più lungo di formazione scolastica. L'età media di ingresso nel mercato del lavoro si sposta progressivamente verso l'alto, aumentando le file della disoccupazione giovanile. Il trend di crescita della disoccupazione italiana viene rallentato, o anche invertito, alla fine degli anni '90 con l'introduzione delle forme di lavoro flessibile. Per rispondere all'esigenza delle imprese di fronteggiare la concorrenza globale, il legislatore italiano emana diversi interventi normativi per introdurre dei meccanismi di flessibilità del lavoro. In particolar modo, il legislatore introduce delle forme di lavoro atipico e di flessibilità in entrata. Poco o nulla viene fatto, invece, per introdurre la flessibilità in uscita. In questi anni convivono diverse tipologie di lavoro, quella rigida e tradizionale dei lavoro dipendente e quella del lavoro flessibile, precario o temporaneo.
  • Disoccupazione negli anni duemila. Il sistema economico-occupazione si stabilizza fino al 2008, quando l'arrivo della crisi economica su scala globale colpisce duramente sia il sistema produttivo e sia il settore dei conti pubblici nazionali ( debito pubblico ).

Definizione di disoccupazione italiana. Si definisce disoccupazione in Italia la condizione in cui si trova una persona non occupata in età di lavoro, nella fascia d'età tra 15 e 74 anni, che compia almeno un'azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane precedenti ( rispetto alla settimana del rilevamento statistico ) e siano disposti a lavorare nelle due settimane successive. Sono comprese nello stato di disoccupazione anche le persone che inizieranno un lavoro o apriranno un'attività autonoma entro tre mesi dal rilevamento statistico ma sarebbero disponibili ad anticipare l'inizio del lavoro entro le due settimane successive.

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note


  • La disoccupazione italiana sale al 12,6% ( maggio 2014 ). In Italia circa 3 milioni e 222 mila persone sono senza lavoro nel mese di maggio 2014, secondo i dati rilevati dall'Istat, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. La disoccupazione colpisce maggiormente i giovani e le donne, rispettivamente con un tasso di disoccupazione del 43% e del 13,8%. 02 / 07 / 2014

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