Teoria dell'acceleratore
Secondo la teoria dell'acceratore la domanda di investimento delle imprese è direttamente proporzionale alla variazione della domanda aggregata del sistema economico. La teoria dell'acceleratore si basa sul principio di accelerazione che pone in relazione diretta la capacità produttiva delle imprese ( capitale ) con la domanda di mercato dei beni/servizi ( Y ). Lo stock di capitale ( K ) di una impresa è in funzione del livello della produzione ( Y ), del prezzo dei fattori produttivi ( lavoro e capitale ), del costo del capitale ( tasso di interesse ), del tasso di obsolescenza del capitale e del tempo di realizzazione degli investimenti produttivi. Ipotizzando che lo stock di capitale desiderato dall'impresa ( K ) sia in funzione soltanto della produzione ( Y ), in modo lineare e costante ( coefficiente γ ), è possibile scrivere la relazione nel seguente modo:
K = γ Y
In tale caso, un incremento della domanda aggregata implica un incremento della produzione ( ΔY ) e, indirettamente, un incremento direttamente proporzionale del capitale desiderato in base al coefficiente γ, detto coefficiente di accelerazione.
ΔK = γ ( ΔY )
La domanda di capitale ( ΔK ) in un istante t equivale alla domanda di investimento ( I ) delle imprese. Possiamo, quindi, riscrivere la precedente formula come la funzione dell'investimento netto delle imprese:
I = γ ( ΔY )
In conclusione, l'incremento della domanda di mercato dei beni ( ΔY ) spinge le imprese a investire ( I ) per adeguare la capacità di produzione degli impianti ( ΔK ).
Stock effettivo e desiderato di capitale. La teoria dell'acceratore si basa sull'ipotesi che lo stock di capitale effettivo ( K ) sia sempre al livello desiderato dall'impresa ( K* ). In questo caso, un incremento della domanda genera una variazione direttamente correlata della domanda di capitale. Se, invece, lo stock di capitale effettivo ( K ) fosse molto più alto rispetto al livello di stock desiderato ( K* ) dell'impresa, un'eventuale incremento della domanda ( ΔY ) non si tradurrebbe in un incremento dello stock di capitale ( ΔK ). Nel caso ( K>K*) l'impresa preferisce mantenere inalterato lo stock di capitale effettivo ( K ) per poterlo avvicinare al rapporto desiderato ( K*/Y ). L'incremento della domanda di beni di consumo non si tradurrebbe in un incremento degli investimenti.
Coefficiente di accelerazione costante. La teoria dell'acceleratore si basa sull'ipotesi di un rapporto costante tra lo stock di capitale desiderato e la produzione ( K/Y ). In realtà, le imprese potrebbero modificare il rapporto desiderato K/Y nel corso del tempo. Ogni impresa determina il proprio livello di dimensione degli impianti sulla base delle aspettative di produzione futura E( Yt+1 ). Una qualsiasi variazione delle aspettative ( E ) dell'impresa modificherebbe, pertanto, la dimensione desiderata degli impianti ( Kd ). Se così fosse, il coefficiente di accelerazione γ non sarebbe più costante, facendo venire meno la relazione diretta tra investimenti e domanda aggregata dei beni.
Prezzi relativi costanti dei fattori produttivi. La teoria dell'acceleratore si basa anche sull'ipotesi che i prezzi relativi dei fattori produttivi ( capitale, lavoro ) siano costanti. In realtà, la variazione della scala di produzione potrebbe modificare i prezzi relativi dei fattori, modificando il rapporto tra capitale desiderato e produzione ( K/Y ). A parità di condizioni, l'incremento della domanda di capitale aumenta il costo d'uso del capitale ( tasso di interesse ). In tale caso, quindi, non si può più asserire con certezza la relazione diretta tra gli investimenti e la domanda aggregata.
Pieno impiego delle risorse. Il nesso di causalità tra domanda di consumo e domanda di capitale si verifica quando l'economia si trova al pieno impiego delle risorse quale condizione necessaria ( piena occupazione ). In situazioni di sottoimpiego delle risorse le imprese potrebbero aumentare l'utilizzo dei macchinari in uso, i quali sono sottoimpiegati, senza acquistarne di nuovi. In quest'ultimo caso le imprese riuscirebbero ad adeguare la capacità produttiva alla domanda ( ΔY ) senza alcuna spinta sull'accumulazione del capitale ( K ).
Tempo di realizzazione degli investimenti. Un'altra critica alla teoria dell'acceleratore verte sull'impossibilità di adeguare lo stock di capitale. Nella realtà non è sempre possibile adeguare lo stock di capitale al livello desiderato. I tempi di realizzazione dell'investimento potrebbero essere molto lunghi. L'incremento dello stock di capitale si realizzerebbe soltanto nel lungo periodo. La decisione dell'impresa di variare o meno lo stock di capitale ( K ) potrebbe dipendere da altri fattori ed essere completamente slegata dalla mera variazione della domanda dei beni nel breve periodo.
Accelerazione flessibile. Nel breve periodo l'impresa potrebbe essere in condizioni di modificare la capacità produttiva soltanto in parte, entro una frazione λ. Il livello degli investimenti ( I ) dell'impresa sarebbe, pertanto, inferiore rispetto a quello stimato dalla teoria dell'acceleratore.
I = γ ( λYt1 - Yt0 )
Secondo il principio di accelerazione flessibile, nell'istante t0 l'impresa decide un livello di investimenti ( I ) tale da garantire il massimo incremento possibile della capacità produttiva ( ΔY ) degli impianti nell'istante successivo t1.
Costo di aggiustamento dello stock di capitale. La teoria dell'acceleratore considera il processo di aggiustamento dello stock di capitale privo di costi. In realtà, qualsiasi processo di aggiustamento della dimensione degli impianti e/o della tecnologia produttiva implica dei costi di aggiustamento da sostenere.
Teorie del ciclo dinamico. La teoria dell'acceleratore è utilizzato nelle teorie del ciclo economico per interpretare le cause delle fluttuazioni economiche cicliche. L'uso del principio di accelerazione e del moltiplicatore keynesiano degli investimenti consente di analizzare il sentiero di aggiustamento dinamico della produzione alle variazioni della domanda e di studiare il ciclo economico e la crescita economica. A seconda delle ipotesi teoriche sulle funzioni del risparmio e dell'investimento, del coefficiente di accelerazione e del moltiplicatore del reddito, l'equilibrio economico nei modelli dinamici può essere stabile o instabile. Le fluttuazione economiche possono convergere automaticamente verso un equilibrio economico della produzione oppure divergere da esso. I principali modelli dinamici che utilizzano il principio di accelerazione sono il modello di Harrod-Domar e il modello di Samuelson.