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Rivolta di Mileto

La rivolta di Mileto è uno dei punti chiave della storia antica. L'influenza persiana in Asia Minore costringe le colonie greche della costa al pagamento di ingenti tributi. Alle pressanti richieste dei persiani di influenzare anche la politica interna delle colonie, queste ultime si ribellano e chiedono aiuto alle città-stato della madrepatria Grecia. L'appello cade però nel vuoto. Soltanto due città della Grecia rispondono alla richiesta di aiuto inviando in Asia Minore poche navi: 20 navi da Atene e 5 navi da Eretria. Le restanti città-stato della Grecia non accolgono la richiesta di aiuto. In particolar modo le città-stato greche fondate sull'oligarchia dei nobili, come Sparta, non mostra alcun interesse a salvare le colonie greche in Asia Minore rette a loro volta da regimi democratici. Tuttavia, le stesse città-stato greche democratiche rispondono soltanto simbolicamente all'appello delle colonie greche inviando loro poche navi. Gran parte delle città democratiche non invia nessun contingente militare. Da questi fatti storici possiamo delineare due ipotesi:

  • Il mondo greco non considera i persiani come una possibile minaccia per la penisola greca.
  • Costringendo le colonie greche alla ribellione i persiani stanno testando l'unità dei greci in previsione di una futura invasione della penisola greca.

La ribellione tra i persiani e le colonie greche dell'Asia Minore volge inizialmente a favore dei greci nonostante l'inferiorità numerica. Nel 498 a.C. i greci conquistano e distruggono Sardi. L'iniziale buon esito della guerra non sembra mutare la disponibilità della madrepatria greca a correre in aiuto delle colonie. Pochi anni dopo, i greci sono sconfitti ad Efoso e a Lade nel 494 a.C. dai persiani. Nello stesso anno la città greca di Mileto viene conquistata e distrutta dai persiani. Gli abitanti greci di Mileto sono deportati in Mesopotamia senza alcuna reazione della madrepatria. La mancata unità delle città-stato greche convince i persiani ad attuare il piano di conquista della penisola greca. I pochi aiuti inviati da Atene ed Eretria alle colonie greche si trasformano nel pretesto per invadere in forza l'intero mondo greco. Nel 492 a.C. (due anni dopo la distruzione di Mileto) il re persiano Dario sbarca in Tracia e in Macedonia dando inizio al lungo periodo delle guerre greco-persiane. L'invasione persiana della Grecia sarà respinta dai greci soltanto accantonando le storiche rivalità tra le città-stato del mondo greco e con molti sacrifici sia in termini di vite umane e sia di risorse economiche. La vittoria greca sull'invasore persiano segna l'inizio della decadenza del dominio persiano sul mondo antico e l'ascesa della civiltà e del dominio greco sul mondo antico. La consapevolezza dei greci di poter contendere ai persiani il dominio del mondo antico si concretizze un secolo dopo con l'invasione macedone della Persia da parte di Alessandro Magno.

Scenari storici alternativi

Se alla richiesta di aiuto delle colonie greche in Asia Minore il mondo greco avesse risposto in modo unito e compatto, molto probabilmente l'espansionismo persiano non avrebbe mai varcato i confini asiatici. Tra mondo persiano e mondo greco si sarebbe instaurato una sorta di duraturo equilibrio. L'impero persiano non avrebbe sostenuto i costi della fallimentare invasione della Grecia allontanando nel tempo la sua conseguente fase di decadenza storica.

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