Persiani
Con la caduta di Ninive, nel 612 a.C., la Mesopotamia conosce un periodo di decadenza della potenza assiro-babilonese. La regione dell'altopiano iranico subisce l'invasione dei medi, una popolazione provenienti dal Caucaso guidata dal re Ciassare. Da un gruppo della stirpe dei medi, i persiani, ha inizio un nuovo processo di riunificazione della Mesopotamia. Sotto la guida del re Ciro II di Persia, i persiani conquistano nel 550 a.C. il regno dei medi, nel 547 a.C. la Lidia ed infine nel 539 a.C. l'impero babilonese. In poco più di dieci anni l'intera Mesopotamia torna ad essere governata da un unico re. L'ascesa dei persiani causa la scomparsa dei babilonesi e della Lidia del re Creso. Conquistata la città di Babilonia, il re Ciro di Persia concede alle popolazioni ebree, deportate dal babilonese Nabucodonosor, di tornare in patria e ricostruire il tempio di Gerusalemme. Alla morte del re Ciro, nel 529 a.C., gli succede il figlio Cambise che consolida ed espande l'impero persiano costruito dal padre in soli trent'anni. Nel 529 a.C. il re Cambise invade l'Egitto e lo annette all'impero persiano. Negli stessi anni espande i confini dell'impero ad occidente fino agli stretti dell'Asia minore e ad oriente fino a toccare i territori dell'India. L'espansione persiana si ferma lungo i confini del mondo greco. I ripetuti tentativi del re persiano Dario I di invadere la penisola greca sono respinti dalla coalizione delle città-stato greche guidate da Atene e Sparta. Oltre un secolo più tardi, nel 330 a.C., l'impero persiano viene a sua volta invaso e conquistato dall'esercito macedone di Alessandro Magno.