Teoria del lavoro di Jevons

Jevons elabora una teoria dell'offerta di lavoro a partire dal concetto di utilità marginale.

Secondo Jevons il lavoro è un'attività spiacevole ( fatica ) che una persona compie soltanto per ottenere il salario, tramite il quale può consumare i beni ( piaceri ).

Pertanto, il lavoro è una disutilità ( utilità negativa ).

un esempio di disutilità marginale crescente del lavoro

Inoltre, la fatica del lavoro aumenta in modo proporzionale con il numero delle ore lavorate ( disutilità crescente ).

La disutilità cresce con la quantità di ore lavorate ( offerta di lavoro ).

Nota. Il concetto di disutilità crescente del lavoro è simile a quello di utilità decrescente dei beni di consumo. In questo caso, però, il lavoro è un male ( non un bene economico ).

Il beneficio marginale del lavoro, invece, è dato dalla remunerazione del lavoro.

Quanto più ore lavora una persona, tanto maggiore è il suo reddito da lavoro.

il beneficio marginale decrescente del lavoro

Il beneficio marginale è una funzione decrescente perché man mano che aumenta il guadagno, il lavoratore soddisfa i propri bisogni di consumo.

Dimostrazione. Con le prime 4 ore di lavoro il lavoratore soddisfa i bisogni primari ( fame, sete, sicurezza, casa, ecc. ). Un'eventuale ora di lavoro in più gli permette di soddisfare dei bisogni secondari e meno importanti ( abiti di moda, giornali, libri, ecc. ). Pertanto, l'ora aggiuntiva apporta un beneficio marginale minore rispetto alle prime.

Secondo Jevons, una persona lavora il numero di ore che eguaglia il beneficio marginale e la disutilità marginale del lavoro.

la determinazione dell'offerta di lavoro secondo Jevons

Nota. Per costruire questa teoria Jevons ipotizza che il lavoratore possa scegliere la quantità di ore in cui lavorare ( infinita divisibilità dell'orario di lavoro ). Pertanto, si parte dall'idea del lavoratore autonomo, non dipendente da un orario di lavoro.

Tutte le attività lavorative devono avere lo stesso beneficio marginale

Quando il lavoratore svolge due o più attività durante le ore di lavoro, tutte le attività devono avere lo stesso beneficio marginale (BMA=BMB).

le attività lavorative devono avere lo stesso beneficio marginale

Altrimenti non si verificherebbe l'uguaglianza tra il beneficio marginale del lavoro e la disutilità marginale delle ore di lavoro (DML).

Esempio. Un lavoratore svolge due attività A e B, la prima (A) offre un beneficio marginale uguale alla disutilità marginale. La seconda (B) ha un beneficio marginale inferiore. In questo caso, il lavoratore è spinto a ridurre le ore lavorate nell'attività B. E così via.

Jevons ricollega la sua teoria dell'offerta di lavoro alla teoria dello scambio.

Secondo l'economista, il rapporto di scambio tra due beni è determinato dal rapporto tra le rispettive produttività marginali.

Ad esempio, per produrre un'unità del bene A sono necessarie 2 ore di lavoro.

Mentre per produrre un'unità del bene B occorre lavorare soltanto 1 ora di lavoro.

la produttività marginale nei due settori A e B

Nota. In un'ora di lavoro il lavoratore produce 1/2 A oppure 1 B.

Pertanto, in equilibrio un unità del bene A può essere scambiata con due unità del bene B.

il rapporto tra le produttività eguaglia il rapporto di scambio tra i beni

In caso contrario, una parte otterrebbe un vantaggio dallo scambio mentre l'altra parte uno svantaggio.

Nota. Jevons misura la produttività sia in modo oggettivo che soggettivo. La produttività oggettiva è determinata dalla quantità di ore lavorate per produrre un bene. La produttività soggettiva è, invece, la fatica spesa dal lavoratore per produrre un bene. In entrambi i casi, la teoria dello scambio di Jevons è compatibile.

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note


La teoria dell'offerta di lavoro di Jevons è riassunta nella seguente mappa concettuale:

la teoria del lavoro di Jevons


  1. S.W. Jevons
  2. l'armonia universale
  3. la teoria dell'offerta del lavoro
  4. la teoria della rendita
  5. la teoria del capitale

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