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Società greca

La società greca è organizzata a strati sociali. La figura del re tende a scomparire con la fine del medioevo ellenico. Il controllo politico della società passa al ceto nobile-aristocratico che lo esercita in modo assoluto sotto forma di consigli, tirannidi e magistrature. L'aristocrazia detiene il controllo politico-economico della società greco tramite il possesso della terra. I debitori del ceto borghese sono spesso costretti a pagare l'insolvenza con la privazione della terra e della stessa libertà personale, diventando essi stessi servi o schiavi dei latifondisti aristocratici. La struttura sociale greca è quindi soggetta a frequenti rivolte della classe borghese contro quella aristocratica. Spesso sono chiamati arbitri esterni "super partes" (saggi) a dirimere le controversie tra le classi sociali, a cui viene affidato il potere assoluto di giudizio. Il consiglio dei saggi talvolta si trasforma in una vera e propria tirannide ed il giudice "super partes" in sovrano assoluto della città. La tirannia tende in una prima fase a favorire le classi aristocratiche. Successivamente, il tiranno elimina intorno a sé ogni concorrente, mietendo vittime anche nel ceto aristocratico. La demagogia diventa l'arma politica più usata per unire temporaneamente gli intenti tra borghesia e aristocrazia, al fine di rovesciare il tiranno di turno. Lo stesso tiranno tende ad utilizzarla per allontanare il ceto borghese dai propri concorrenti, costruendo opere pubbliche, monumenti e compiendo gesti memorabili.

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