Scolastica di Tommaso d'Aquino

La filosofia scolastica del Duecento riprende il pensiero aristotelico e lo assimila al cristianesimo. Uno dei principali esponenti della scolastica è Tommaso d'Aquino. La filosofia scolastica influenza il pensiero economico nella fase di passaggio dall'economia medioevale all'economia capitalistica mercantile, dal 1200 al 1700. È indirettamente la rappresentazione del pensiero politico della Chiesa Cattolica in un'epoca storica di forti cambiamenti sociali, derivanti dalla diffusione del commercio e dalla nascita di un nuovo ordine sociale intorno alla ricchezza accumulata dalla classe borghese che, inevitabilmente, si sostituisce al precedente ordine sociale medievale aristocratico e religioso. Secondo la scolastica la verità è suddivisa in tre distinti livelli: la legge divina, il diritto naturale e il diritto positivo.

  • Legge divina. La legge divina è la volontà di Dio. È inaccessibile per l'uomo e vi si accede soltanto con la rilevazione.
  • Diritto naturale ( ius naturalis). Le leggi naturali sono precetti universali che fanno parte della stessa natura degli esseri viventi e, indirettamente, sono scritti da Dio. In quest'ambito sono collocati il giusto prezzo e il prezzo naturale.
  • Diritto positivo ( ius gentium / civilis ). Le leggi positive sono precetti decisi dall'uomo e sono applicati in singoli stati e contesti. In quest'ambito sono collocati i prezzi di mercato, il valore di scambio e la moneta.

La scolastica colloca i fenomeni economici nel diritto positivo e, in minima parte, nel diritto naturale. La principale tematica economica nella scolastica è la ricerca del giusto prezzo o del giusto salario, sulla base del principio della giustizia commutativa del pensiero di Aristotele. Il giusto prezzo di una merce rappresenta il suo valore intrinseco e oggettivo ( prezzo naturale ). Secondo la scolastica nessun soggetto deve potersi arricchire oltre modo dallo scambio delle merci e dei beni economici.

giusto prezzo ( prezzo naturale ) e valore di scambio ( prezzo di mercato )

I filosofi della scolastica sono consapevoli della difficoltà di determinazione del giusto prezzo e, probabilmente, non sono nemmeno interessati a individuare un criterio di calcolo del valore intrinseco delle merci. Alcuni autori associano il prezzo naturale al costo di produzione delle merci, altri alla capacità del bene di soddisfare i bisogni umani. Inoltre, i filosofi della scolastica sono consapevoli che gli scambi avvengono solitamente a prezzi di mercato diversi da quello naturale. La scolastica si limita ad affermare che i prezzi di mercato delle merci ( valore di scambio ) oscillano intorno al prezzo naturale ( giusto prezzo ).

prezzo naturale: i principali metodi di determinazione

Lo stesso principio viene utilizzato per definire il principio del giusto salario. La scolastica intende per giusto salario una remunerazione tale da garantire al lavoratore il mantenimento della propria famiglia in una condizione di vita adeguata alla sua classe sociale. Lo stesso profitto è giustificato se limitato alla remunerazione del lavoro del commerciante, al pari di un salario di direzione, in quanto è necessario per garantire la sopravvivenza della sua famiglia. Ciò che la scolastica condanna sono soprattutto gli eccessi e la marcata differenza tra il valore oggettivo-naturale e il valore di scambio delle merci. Quanto più un prezzo, un salario o un profitto si allontana dal livello naturale, tanto più è da considerarsi ingiusto e illegittimo.

moneta e prezzo naturale

Un discorso a parte viene fatto per quanto riguarda la moneta. A differenza delle merci reali la moneta non ha un valore intrinseco bensì un valore nominale, il quale è un valore imposto dai governi, dagli stati o dal principe. La moneta non ha un valore vero e proprio, né un valore intrinseco o naturale, ma è soltanto un'unità di misura o un segno per misurare gli scambi. Per questa ragione Tommaso d'Aquino considera la moneta come un fenomeno da collocarsi interamente nel diritto positivo. Non avendo un valore naturale la moneta non può generare un guadagno, né può giustificare alcuna speculazione di diritto naturale. Il mero prestito della moneta non giustifica il ritorno di un interesse, poiché l'interesse non è generato dalla moneta bensì dal passare del tempo e quest'ultimo appartiene soltanto a Dio. Questo pensiero è alla base della posizione morale di ferma condanna dell'usura parte dei filosofi della scolastica.

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note


  • Proprietà privata nella scolastica. Nella filosofia scolastica la proprietà privata è giustificata e non è in contrasto con il diritto naturale. La terra viene considerata come una creazione divina che l'uomo riceve in concessione per essere messa a frutto, producendo vantaggi, beni e servizi per l'intera società. Nessun uomo può privare gli altri dall'uso dei beni creati da Dio. La proprietà privata viene giustificata come un modo per stimolare il lavoro e la produzione dei frutti della terra. Questa visione di Tommaso d'Aquino anticipa alcuni aspetti teorici importanti sui quali sarà fondato successivamente il giusnaturalismo nel Seicento.

Crematistica naturale


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