Fumo di sigaretta
Il fumo di sigaretta, o più in genere di tabacco ambientale, costituisce una delle principali fonti di inquinamento all’interno degli ambienti confinati. Nello specifico, si tratta di inquinamento di tipo chimico legato alla presenza di particelle chimiche che alterano quali/quantitativamente le caratteristiche naturali dell’aria respirata in un ambiente chiuso ( inquinamento indoor ). La concentrazione di alcune sostanze tossiche prodotte dalla combustione parziale di una sigaretta accesa è maggiore nel fumo emesso spontaneamente rispetto a quello aspirato, poiché nel secondo caso, la temperatura di combustione è maggiore per effetto del passaggio forzoso dell’aria all’interno della sigaretta stessa e quindi, conseguentemente, minori saranno i composti prodotti. Poiché il fumo emesso da una sigaretta accesa viene diluito quantitativamente dall’aria prima di essere inalato, le concentrazioni del fumo di tabacco che raggiungono i polmoni dei non fumatori sono minori di quelle che raggiungono i polmoni dei fumatori.
Conseguenze sulla salute. Il fumo di tabacco ambientale è il responsabile di una lunga serie di patologie a carico sia dell’apparato cardiocircolatorio sia dell’apparato respiratorio. E’ stato accertato che il fumo di tabacco ambientale è una delle principali cause di cancro ai polmoni. Nel 1983, infatti, la United States Environmental Protection Agency ha classificato il fumo di tabacco ambientale tra gli agenti cancerogeni per l’uomo ed ha stimato che esso è responsabile di una lunga serie di altre malattie a carico del sistema cardiovascolare.
Elementi inquinanti. Il fumo di tabacco ambientale, indicato con la sigla italiana FTA o americana ETS (environmental tobacco smoke), è miscela eterogenea di diversi composti, oltre quattromila, presenti sia allo stato solido – particelle – sia allo stato di gas, molti dei quali sono cancerogeni. Tra i composti di natura solida, il cosiddetto particolato, troviamo il “catrame”, a sua volta costituito da “nicotina” e la totalità degli idrocarburi meno volatili, come gli idrocarburi aromatici e gli idrocarburi ciclici come il benzopirene. Tra i composti di natura gassosa troviamo, invece, il monossido di carbonio (CO), il biossido di azoto (NO2), la formaldeide, i composti policiclici aromatici (IPA) ed altri composti organici volatili (COV) come ad esempio il polonio.