Età della restaurazione ( 1815-1848 )
L'età della restaurazione è un periodo storico dell'Europa de XIX secolo che va dal congresso di Vienna ( 1815 ) alle rivoluzioni del '48 ( 1848 ). Con la restaurazione la classe aristocratica torna al potere assoluto e si instaurano relazioni internazionali di pace e collaborazione tra le nazioni europee.
Il contrasto e la crisi tra le classi sociali
Malgrado l'equilibrio nella politica estera, i paesi europei vivono un momento di profondo contrasto sociale interno tra le classi sociali.
Lo scenario socioeconomico europeo è notevolmente cambiato. Il capitalismo e la rivoluzione industriale hanno alimentato profonde e irreversibili trasformazioni nella società.
Nel nuovo sistema economico industriale il potere economico è sostanzialmente gestito dalla classe borghese.
La classe aristocratica continua a gestire i propri interessi economici sulla proprietà terriera ma l'accumulo della ricchezza si sposta progressivamente a favore dei primi.
In molti paesi europei si verificano dei sollevamenti sociali da parte delle forze democratiche e liberali che coincidono rispettivamente con il proletariato e con la classe borghese.
I movimenti democratici e liberali rivendicano entrambi una maggiore partecipazione al potere politico.
L'alleanza tra liberali e democratici
Le forze reazionarie aristocratiche conservano il potere assoluto senza eccessivi problemi fino al 1830, quando si verifica un'inedita alleanza politica tra la classe borghese ( partiti liberali ) e la classe proletaria ( partiti democratici ).
L'unione tra liberali e democratici favorisce la nascita dei regimi parlamentari costituzionali in Francia e in Inghilterra. Il diritto di voto viene riconosciuto a una quota più ampia di popolazione, seppure ancora molto ristretta.
Il potere politico della classe aristocratica viene parzialmente ridimensionato a favore delle altre, in particolar modo di quella borghese che si ritiene soddisfatta dei risultati raggiunti e, quindi, cessa l'alleanza politica con i partiti proletari.
La radicalizzazione delle proteste proletarie
Le forze democratiche proletarie si riorganizzano per portare avanti le proprie proteste senza avere più l'appoggio dei liberi.
Questo conduce alla radicalizzazione dei partiti democratici, in senso socialista o sindacale. In Inghilterra i radicali e i movimenti sindacali confluiscono nel partito cartista. In Francia si afferma il partito socialista.
I movimenti radicali e socialisti condannano lo sfruttamento del lavoro e avanzano richieste a sostegno dei diritti dei lavoratori e della classe proletaria.
La radicalizzazione della lotta di classe spinge i partiti borghesi ad allearsi politicamente con quelli reazionari, entrambi interessati a contenere le richieste dei lavoratori.
I moti rivoluzionari del 1848
I sollevamenti popolari si ripetono con intensità crescente fino a esplodere con i moti rivoluzionari del 1848.
I moti rivoluzionari francesi sono repressi con l'uso della forza mentre in Inghilterra il partito cartista decide di non abbracciare le teorie rivoluzionarie e seguire una strategia più moderata, finalizzata alla negoziazione più che allo scontro violento contro le altri classi sociali.
L'ascesa della classe borghese al potere
I moti del '48 si concludono con la sconfitta dei movimenti rivoluzionari e la definitiva ascesa al potere della classe borghese. Comincia un'epoca caratterizzata da minori contrasti interni tra le classi sociali.