Le idee di Marshall sulla politica economica
Pur sostenendo la proprietà privata e la libertà di mercato, secondo Marshall lo Stato dovrebbe intervenire per redistribuire il reddito con politiche economiche fiscali e monetarie, proteggere lo sviluppo industriale e migliorare il benessere sociale.
La protezione delle industrie nascenti
Secondo Marshall lo Stato dovrebbe tassare i redditi agricoli per sostenere lo sviluppo delle industrie nascenti durante la fase di decollo, per proteggerle dalla concorrenza estera delle imprese già affermate.
Nota. Analizzando i costi di produzione, Marshall distingue tra industrie a costi crescenti e industrie a costi decrescenti. Il sostegno pubblico dovrebbe essere destinato soltanto a queste ultime.
Secondo l'economista la concorrenza estera influisce sulla struttura industriale interna di un paese.
Per spiegare gli scambi internazionali Marshall elabora un'analisi geometrica del commercio internazionale tra due paesi basata sull'intersezione delle rispettive curve di domanda e di offerta.
La critica di Marshall ai sindacati
Dal punto di vista della politica sociale, Marshall critica il ruolo dei sindacati, perché a suo giudizio non rappresentano gli interessi dei lavoratori disoccupati.
Secondo Marshall, la causa della posizione di svantaggio dei lavoratori deriva esclusivamente dalle condizioni dell'offerta di lavoro rispetto alla domanda nel mercato del lavoro.
Nota. La visione di Marshall sul lavoro contribuisce alla nascita dell'economia del lavoro.
L'economia del benessere
Secondo Marshall, lo scopo dell'attività economica è la massimizzazione del benessere della società.
Per migliorare il benessere sociale Marshall sostiene le politiche economiche redistributive in base a un semplice principio utilitaristico.
La redistribuzione del dividendo sociale a favore delle classi povere migliora il benessere, perché una stessa somma di denaro è più utile al povero ( U2 ) che al ricco ( U1 ).
Per questo motivo, Marshall apre all'intervento pubblico dello Stato in economia.
Inoltre, secondo Marshall lo Stato dovrebbe intervenire anche per regolare e correggere le distorsioni del mercato.
Quest'ultima osservazione apre una vasta letteratura economica sui fallimenti del mercato.
Nota. Marshall è molto vicino alla filosofia sociale di J.S. Mill. Marshall si distingue dai liberisti della sua epoca che, invece, continuano a sostenere il laisser faire come unica via per migliorare il benessere sociale. È in netto contrasto anche le teorie evoluzioniste degli darwinisti sociali dell'epoca, secondo i quali lo Stato non dovrebbe intervenire in economia perché influenzerebbe la selezione naturale.