test di verificaDomanda
A quale scuola economica appartiene Ferdinando Galiani?



1 / 9 domande



Vuoi visualizzarlo sul tuo sito?

Ferdinando Galiani

Ferdinando Galiani è un letterato ed economista del XVIII secolo. Nasce a Chieti nel 1728 e studia a Napoli, dove frequenta gli ambienti intellettuali dell'epoca e conosce Antonio Genovesi. Nel 1751 pubblica il trattato di economia "Della moneta" dove approfondisce temi come l'inflazione, il valore, il debito pubblico, la moneta e l'usura.

Nel corso della sua carriera soggiorna a Parigi ed entra in contatto con D. Diderot e con gli economisti fisiocratici francesi. Nel 1769 pubblica in francese "Dialoghi sul commercio dei grani" dove, pur sposando le politiche liberiste, critica l'idea fisiocratica della superiorità dell'agricoltura.

Nella storia del pensiero economico è considerato un esponente della Scuola Napoletana. È uno dei primi economisti italiani a elaborare politiche e teorie economiche liberiste. Muore a Napoli nel 1787.

Il metodo di Ferdinando Galiani

Secondo Galiani le teorie economiche non devono essere basate su principi universali, validi in ogni luogo e tempo, bensì devono sempre essere verificate sulle situazioni reali.

La teoria del valore-utilità

Nella sua teoria del valore Galiani mette in relazione il valore sia con la rarità ( scarsità ) e l'utilità del bene, sia con il lavoro necessario per produrlo. In alcuni punti Galiani anticipa l'idea del prezzo come incontro tra domanda e offerta. La teoria del valore-utilità di Galiani è chiaramente pre-marginalistica.

Pur sottolineando il carattere soggettivo del valore, Galiani non esclude il contributo dato dal costo del lavoro per la sua produzione ( carattere oggettivo ). È molto vicino anche alle nascenti teorie inglesi sul costo-lavoro. Secondo Galiani, per produrre le merci è necessario sostenere dei costi di produzione, in termini di lavoro che incidono sulla formazione del valore del bene al pari dell'utlità e della scarsità.

In conclusione, Galiani integra la tesi della relazione tra il valore, l'utilità e la scarsità, già formulata da altri predecessori italiani, con la teoria del costo lavoro. Nella teoria del valore di Galiani, il valore non è esclusivamente soggettivo ma nemmeno oggettivo. Sia l'utilità che la scarsità derivano dai bisogni soggettivi delle persone.

Nella sua teoria si intuisce anche un legame tra l'utilità e la quantità di consumo di un bene. Secondo Galiani, una persona trae utilità differenti dallo stesso bene in funzione della quantità consumata. Quanto più aumenta la quantità di unità consumate del bene, tanto più si riduce l'utilità del bene per la persona ( utilità decrescente ).

La teoria della moneta e dell'interesse di Galiani

Galiani spiega l'interesse in termini di preferenza temporale. Definisce l'interesse come il prezzo relativo dei beni disponibili in momenti e periodi temporali differenti. Secondo Galiani l'interesse è il compenso di chi presta il denaro all'imprenditore, anticipa il capitale economico e partecipa al rischio dell'impresa.

L'autore osserva come il prezzo nel futuro sia sempre valutato meno rispetto al presente, questo vale per tutti i beni e anche per la moneta. Chi presta il denaro si priva della possibilità di ottenere dei piaceri nel presente e affronta un rischio che l'autore identifica come "batticuore". Si priva dei piaceri immediati e subisce un dolore ( batticuore ).

L'incomodo e il rischio legittima la presenza dell'interesse come frutto del denaro. È il prezzo da pagare per far eguagliare il valore del denaro nel presente a quello del denaro nel futuro.

La critica ai fisiocratici e le politiche liberiste di Galiani

L'economista napoletano si avvicina alle politiche liberiste del laissez faire, sostenute dai teorici fisiocratici francesi e dagli economisti preclassici inglesi. Ciò nonostante, Galiani se ne distacca su molti punti, avanzando diverse critiche alla dottrina fisiocratica e all'idea più estrema del liberismo economico.

L'autore critica l'idea fisiocratica dell'origine della ricchezza nel prodotto netto agricolo. Secondo Galiani non ha origine soltanto nell'agricoltura ma anche in altri settori produttivi. Di conseguenza, si pone in posizione critica anche sulla conseguente politica tributaria dei fisiocratici basata sull'imposta unica sulla terra.

Si distacca anche dalle politiche liberiste più estreme del "laissez faire" della dottrina fisiocratica. Secondo Galiani il sistema economico tende verso l'ordine naturale soltanto nel lungo periodo. Nel breve periodo possono verificarsi situazioni di equilibrio non naturale e disordine.

Questa visione non esclude a priori l'efficacia di un intervento pubblico correttivo di breve periodo sull'economia da parte dei governi, da valutare a seconda delle circostanze.

In conclusione, Galiani propone una politica economica più pragmatica, rispetto ai fisiocratici, e meno legata al principio ideologico generale e universale del laisser faire.

Queste tesi sono pubblicate da Ferdinando Galiani durante il suo soggiorno in Francia nell'opera in francese "Dialogues sur le commerce de blés" ( 1768 ).

La divisione del lavoro

Le idee di Galiani sulla divisione del lavoro e la produttività sono molto simili a quelle di Adam Smith, di cui Galiani è contemporaneo. Alcuni suoi scritti anticipano di qualche decennio il pensiero di Smith sulla divisione del lavoro.

https://www.okpedia.it/ferdinando-galiani


Segnala un errore o invia un suggerimento per migliorare la pagina


note


  • Galiani è considerato un precursore di Pareto e di molti altri economisti neoclassici.

  1. La Scuola napoletana
  2. Antonio Genovesi
  3. Ferdinando Galiani
  4. Gaetano Filangieri

FacebookTwitterLinkedinLinkedin