Ebrei
Gli ebrei sono una popolazione di origine semitica del mondo antico. Verso la fine del II millennio abbandonano la Mesopotamia per raggiungere i territorio della Siria, della Palestina e dell'Egitto, dove sono spesso soggetti a persecuzioni e costretti a fuggire per motivi religiosi in quanto monoteisti. La Bibbia narra la migrazione del XIII secolo guidata da Mosè verso la Palestina, la terra promessa da Dio. Il popolo ebraico è inizialmente formato da tribù tra loro distinte e separate. Si è fuso ed unificato verso il 1000 a.C. in un regime monarchico una volta giunto in Palestina. Gli ebrei raggiungono la massima della potenza sotto re David nel X secolo a.C., il secondo dei sovrani ebrei, al quale si deve la vittoria contro i filistei e gli aramei e la decisione di stabilire la capitale del regno a Gerusalemme. Gli succede al trono il figlio Salomone, alla morte del quale il regno perde la sua unità e si divide in due regni tra loro distinti:
- Regno di Giuda. Il Regno di Giuda comprende i territori meridionali del regno di David ed è fedele ai discendenti del re Salomone.
- Regno d’Israele. Il Regno d'Israele è formato dai territori ribelli che non riconoscono l'autorità dei discendenti del re Salomone.
La scissione provoca un immediato indebolimento nelle difese militari di entrambi i regni che espone gli ebrei alle invasioni dei popoli confinanti. Nel 722 a.C. il Regno di Israele viene conquistato dagli assiri, nel 587 a.C. il Regno di Giuda viene distrutto dai babilonesi e la popolazione ebrea viene deportata a Babilonia in condizioni di semi-schiavitù (cattività babilonese). Gli ebrei ottengono la libertà e il permesso di tornare in Palestina soltanto dopo la caduta dei babilonesi dal re persiano Ciro. Il ritorno nella Terra Promessa non riporta, tuttavia, agli antichi fasti il regno. Gli ebrei sono sottomessi al volere dell'impero persiano e, successivamente, a quello macedone di Alessandro il Grande. Il popolo ebraico si insedia anche in Egitto, partecipa al conflitto tra seleucidi e tolomei, ottenendo l'autonomia soltanto sotto gl asmonei. Le profonde divisioni interne tra farisei, sadducei ed esseni impediscono però il ritorno ad uno stato nazionale unitario. Delle divisioni politico-religiose degli ebrei ne approfittano i romani, nel 63 a.C., che dichiarano la Palestina un protettorato romano, annettendola di fatto i territori del nascente impero romano. Nei secoli successivi Roma si opporrà ad ogni tentativo di ricostituire uno Stato ebraico, soffocando militarmente la resistenza degli zeloti e ogni movimento indipendentista. Per sedare una rivolta nel 70 a.C. l'imperatore romano Tito distrugge il Tempio di Gerusalemme, uno dei simboli più importanti della civiltà e della religione ebraica. Nel 135 d.C. un’altra rivolta indipendentista degli ebrei viene severamente punita dai romani con la distruzione dell'intera città di Gerusalemme e il divieto agli ebrei di risiedere in Palestina ( diaspora ebraica ) causando la dispersione della popolazione ebraica nel mondo.