La consuetudine
La consuetudine (o uso) è una fonte non scritta e non statuale del diritto. La consuetudine consiste in un comportamento ripetuto, generale ed uniforme del corpo sociale compiuto in una determinata circostanza con la convinzione psicologica di rispondere ad un obbligo giuridico. È necessario che tale comportamento coinvolga il corpo sociale nella sua globalità, non basta infatti il comportamento di poche persone per fare una consuetudine. Le principali caratteristiche della consuetudini sono:
- Elemento materiale. Il comportamento generale e ripetuto.
- Elemento psicologico. La convinzione dell'obbligatorietà giuridica.
Nella gerarchia delle fonti del diritto la consuetudine è una fonte non statale del diritto secondaria. L'efficacia della consuetudine è subordinata alla legge. L'importanza della consuetudine è modesta in Europa continentale data la prevalenza di fonti scritte. Nell'ordinamento giuridico dei paesi anglosassoni, invece, le consuetudini conservano una maggiore importanza nella gerarchia delle fonti del diritto. I principali tipi di consuetudini nel diritto sono le consuetudini secondum legem, le consuetudini autonome, le consuetudini praeter legem e le consuetudini contra legem.
Tipi di consuetudini
Le consuetudini sono delle fonti del diritto secondarie. Le consuetudini possono essere classificate nel seguente modo:
- Consuetudini autonome. Le consuetudini autonome sono indipendenti dalla legge. Derivano la propria validità da principi impliciti dell'ordinamento giuridico. Appartengono a questa categoria le seguenti tipologie di consuetudini:
- Consuetudini praeter legem, quando le consuetudini disciplinano materie non regolamentate dalla legge.
- Consuetudini contra legem, quando le consuetudini si pongono in contrasto con la legge che disciplina una determinata materia.
- Consuetudini secundum legem. Le consuetudini secundum legem è espressamente richiamata da leggi e da regolamenti che rimandano agli usi per disciplinare determinati rapporti giuridici.