Analisi degli asserti valutativi
L'analisi degli asserti valutativi è una tecnica di analisi quantitativa del contenuto. È conosciuta anche con l'acronimo inglese EAA ( Evaluative Assertion Analysis ). Il metodo viene ideato nel 1956 da Charles Osgood, Sol Saporta e Jum Nunnally.
- Come funziona l'analisi degli asserti di valutazione
- Gli oggetti di atteggiamento
- La selezione degli asserti valutativi nel testo
- La forma degli asserti: attore, azione, complemento
- Le forme verbali ( connessione )
- I termini di valutazione
- L'algoritmo e il processo di calcolo
- I limiti dell'analisi degli asserti
Come funziona l'analisi degli asserti di valutazione
L'analisi si basa su un'ipotesi. Chi scrive un messaggio veicola il suo atteggiamento, favorevole o contrario, attraverso il linguaggio usato. Analizzando il testo del messaggio è, quindi, possibile comprendere la posizione dell'autore nei confronti di qualcosa ( attitude object o oggetti di atteggiamento ) e misurarla su una scala di valori quantitativa.
La scala di valutazione dell'attitudine è soggettiva, in quanto viene creata dal ricercatore per associare un valore a tutti gli oggetti di atteggiamento contenuti in un documento. La somma algebrica di tutti i valori permette, infine, di stabilire la posizione pro o contro dell'autore sull'argomento.
Il documento viene scomposto in frasi e proposizioni ( asserti ). A loro volta, gli asserti sono essere scomposti in oggetti di atteggiamento. Le forme verbali che li connettono rappresentano le relazioni di associazione ( positive ) o di dissociazione ( negative ).
Gli oggetti di atteggiamento
All'inizio dell'analisi il ricercatore deve decidere quali sono gli oggetti da studiare. Ogni entità ( oggetto, persona, concetto astratto, ecc. ) rilevante per l'analisi viene associata a un oggetto di atteggiamento. Nel seguente esempio di Okpedia abbiamo trasformato in oggetti alcune entità che vogliamo analizzare.
Tutti gli oggetti di atteggiamento prescelti devono essere valutabili, ossia devono essere associabili a una valutazione positiva o negativa. Ad esempio, "mi piace" o "non mi piace", "favorevole" o "contrario", "pro" o "contro", ecc.
La selezione degli asserti valutativi nel testo
Il contenuto di un testo è formato da enunciati. Non tutti gli enunciati però sono importanti ai fini dell'analisi, bensì soltanto quelli che trasmettono una valutazione. Gli asserti valutativi sono affermazioni in cui l'emittente esprime un giudizio, in modo diretto o indiretto, verso uno degli oggetti di atteggiamento.
Nell'esempio precedente di Okpedia il testo viene suddiviso in enunciati. Il primo enunciato è un asserto ma non esprime nessuna valutazione. Il secondo è soltanto descrittivo. Entrambi possono essere eliminati dall'analisi. Occorre selezionare dal testo soltanto le frasi e le proposizioni che contengono gli asserti valutativi, eliminando tutte le altre.
La forma degli asserti: attore, azione, complemento
Gli asserti valutativi devono avere una forma riconoscibile nella sequenza attore ( soggetto ), azione ( verbo ), complemento. L'attore della frase è l'oggetto di atteggiamento, uno degli oggetti prescelti dal ricercatore all'inizio dell'analisi.
Le forme verbali rappresentano la connessione tra l'oggetto di atteggiamento e il complemento e veicolano una relazione di associazione o di dissociazione.
I complementi possono essere un altro oggetto di attribuzione oppure un termine di valutazione, un giudizio, che può avere un significato comune in più contesti semantici ( es. "cattivo", "ottimo", ecc. ) o un significato specifico soltanto in un dominio semantico di riferimento.
Quando le proposizioni non hanno la forma attore, verbo, complemento, è necessario trasformarle in questo modo, allo scopo di individuare più facilmente il soggetto dell'azione.
Nell'esempio precedente il premier è l'attore dell'azione. Le forme [A] e [B] sono equivalenti, dicono la stessa cosa, ma la seconda forma [B] rispetta la sequenza attore-relazione-complemento. Nella seconda forma l'oggetto in analisi è l'attore.
L'analisi dell'attore e del complemento consente di eliminare tutti gli enunciati e gli asserti in cui l'attore non coincide almeno con uno degli oggetti in analisi, oppure non è presente un termine di valutazione del significato.
Le forme verbali ( connessione )
La forma verbale è la relazione tra gli oggetti dell'enunciato e può veicolare un giudizio di valore dell'emittente nei confronti degli oggetti di atteggiamento.
L'analisi della forma verbale permette di riconoscere un giudizio favorevole o contrario, una valutazione negativa ( dissociativa ) o positiva ( associativa ). È quindi possibile risalire alla posizione dell'autore del documento ( es. giornalista ) sull'argomento.
Ad esempio, il verbo "scadere" ha spesso un'accezione negativa ( es. "il discorso è scaduto nel volgare" ). È quindi probabile che l'autore si dissoci dall'oggetto. Viceversa, il verbo "premiare" ha un'accezione positiva ( es. "il discorso è stato premiato dagli applausi del pubblico" ). In questo caso è probabile che l'autore sia a favorole all'oggetto della relazione.
Le valutazioni devono essere misurabili su una scala numerica continua da favorevole ( numeri positivi ) a contrario ( numeri negativi ). I numeri intorno allo zero indicano un giudizio di indifferenza e neutralità. Gli autori dell'analisi usano una scala da -3 ( dissociazione ) a +3 ( associazione ).
Ad esempio, al verbo "disprezzare" è assegnato il valore -3, in quanto esprime una chiara lontananza dall'oggetto, mentre all'asserto "criticare" soltanto il valore -2. Entrambi sono dissociativi ma il secondo è meno accentuato.
I termini di valutazione
Oltre ai verbi anche gli altri termini della frase veicolano un'accezione negativa o positiva. in quanto possiedono un valore di significato ben preciso ( evaluative meaning terms ). Ad esempio, l'aggettivo "buono" ha normalmente un'accezione positiva. Questi termini contribuiscono a dare un senso alla frase.
Nei termini con valore di significato sono generalmente inclusi gli aggettivi ( es. molto, poco, ecc. ), alcuni avverbi ( es. stupidamente, correttamente, ecc. ) e sostantivi ( es. male, bene, ecc. ). L'analisi può essere ulteriormente estesa se ogni termine è abbinata ai suoi sinonimi e contrari.
Anche i termini di valutazione devono essere misurabili su una scala di valori da -3 ( giudizio negativo ) a +3 ( giudizio positivo ).
Nel seguente esempio di Okpedia abbiamo aggiunto un asserto valutativo con un termine di significato negativo ( "in modo indecoroso" ) nel complemento della frase. Il verbo è neutro. Dalla proposizione emerge una chiara avversione del giornalista nei confronti dell'oggetto di atteggiamento ( "il premier" ).
I termini di valutazione sono suddivisi in due categorie:
- Termini con significato comune. Alcuni termini hanno un valore di significato comune, proprio e assoluto, valido in tutti i contesti ( es. buono, bravo, bello, ecc. ). Indipendentemente dal resto della frase, è possibile associare loro un valore di significato positivo o negativo.
- Termini con significato specifico. Altri termini ossiedono un valore di significato semantico specifico a seconda del contesto e dell'argomento. Ad esempio, il termine "raccomandata" ha un'accezione negativa in ambito lavorativo ( es. "fa carriera perché è raccomandata" ). Lo stesso termine assume un'accezione neutra in altri contesti (es. "la comunicazione deve essere inviata tramite raccomandata" ) o anche positiva in altri.
L'algoritmo e il processo di calcolo
- Dato un oggetto di attribuzione O1 si individuano tutti gli asserti valutativi del tipo O1-Verbo-Termine di valutazione. Si sommano i punteggi di ciascun asserto moltiplicando il valore del verbo per quello del complemento.
- Si cercano tutti gli asserti valutativi che legano l'oggetto O1 a un altro oggetto, del tipo O1-Verbo-O2. Per ciascun O2 si cercano gli asserti valutativi del tipo O2-Verbo-Termine di valutazione. La somma algebrica dei valori di O2 si aggiunge a O1.
Ad esempio, se nel documento O1 è paragonato a O2 e O2 viene disprezzato dal giornalista, indirettamente lo è anche O1. - Il giudizio complessivo sull'oggetto O1 è pari alla media aritmetica della valutazione diretta e indiretta, ossia è pari a (G(O1)+G'(O1))/2.
I limiti dell'analisi degli asserti
L'analisi degli asserti valutativi è limitata all'interpretazione logica del significato letterale delle parole ma non è in grado di comprendere l'ironia ( es. ma come sei proprio bravo ), le frasi riflessive ( es. perché dovrei farlo? ) e molte frasi complesse in cui manca un legame chiaro tra l'attore, il verbo e il complemento.
- Diversi aspetti dell'analisi sono ripresi dalla psicologica sociale, dalla teoria dell'equilibrio cognitivo di Heider e dalla teoria della dissonanza cognitiva.