La tecnica giornalistica del sandwich
L'informazione neutrale non esiste e non può esistere. In qualsiasi esperimento scientifico il ricercatore può influenzare, volontariamente o meno, il risultato di laboratorio. In qualche caso persino lo strumento misuratore con la sua stessa presenza potrebbe falsare l'esito. Se questo accade normalmente nel mondo scientifico figuriamoci in quello della comunicazione. La tecnica del Sandwich o del panino si è diffusa negli anni '90 nei principali TG italiani. Il criterio è molto semplice. Si segue un ordine cronologico di presentazione dell'argomento e dei commenti all'interno di un medesimo servizio o della scaletta delle notizie.
1) In un servizio o articolo la parte iniziale è dedicata alla descrizione del problema o dell'argomento. Ad esempio una decisione, un decreto ecc.
2) La seconda parte da spazio ai commenti critici dell'opposizione o dei cittadini.
3) La terza e ultima parte del servizio è riservata agli esponenti di maggioranza che replicano alle critiche (2) degli oppositori.
Dove è il vantaggio? Semplicemente nel vecchio detto "vince chi ha l'ultima parola".
Il sandwich destina all'opposizione il ruolo centrale del contesto (articolo di stampa, servizio tv-radio ecc.). La parte finale dell’articolo o del servizio, ben più importante, è invece sempre affidata alle repliche della maggioranza che mettono in cattiva luce qualsiasi giudizio negativo arrivi in merito alle proprie decisioni. In questo modo il lettore-ascoltatore tende “meccanicamente” a svalutare le critiche rivolte nei confronti dei provvedimenti avvalorando le scelte della maggioranza.
Si svuota così il compito del giornalista, privato del compito di intervistare e deputato soltanto a raccogliere la dichiarazione di questo o quel politico. Diventa invece fondamentale la presenza del tele-operatore per riprendere il politico di turno durante le sue esternazioni. Il vero messaggio viene poi costruito in sede di montaggio e deciso sulla base delle idee politiche di chi sta a capo della redazione. Il gioco è fatto. Lo strumento mediatico si trasforma in messaggio.
In comunicazione tutto è lecito …purché non se ne accorga nessuno.