La critica della teoria additiva di Adam Smith

Secondo una tesi, Adam Smith non avrebbe una concezione residuale del profitto. In alcuni suoi scritti l'economista considera il salario, le rendite e i profitti come fonti originarie del valore. Da questa affermazione si potrebbe dedurre che Smith elabora una teoria additiva del valore in cui il prezzo della merce comprende tutti i renditi pagati per produrla ( salari, profitto, rendite ). Ossia una teoria non residuale del profitto.

Una teoria additiva del prezzo non è compatibile con una teoria del valore basata sul costo di produzione. Nella teoria additiva il prezzo è composto dai redditi dei lavoratori, dei capitalisti e dei proprietari terrieri che contribuiscono a produrre la merce ( salari, profitti e rendite ).

Il prezzo di ciascun fattore viene determinato dalle forze di mercato della domanda e dell'offerta. Il profitto non è considerato più come un'attività residuale, bensì come la remunerazione normale dell'attività dell'imprenditore a coordinare le risorse e la produzione.

la teoria additiva del valore

Se si trattasse di una teoria additiva del lavoro, in cui i redditi sono le fonti originarie del valore, si creerebbe però un errore logico. Se il valore di una merce è pari alla somma dei redditi, il salario e il profitto sono predeterminati, essendo fonti originarie, e quindi lo è anche il valore della merce

il lavoro comandato nella teoria additiva del valore

Svolgendo dei passaggi algebrici si ottiene l'equazione del valore comandato che, in questo caso, non coincide soltanto con il lavoro contenuto direttamente e indirettamente ( capitale ) nella merce, poiché a questi si aggiunge la presenza del profitto ( r ).

la teoria additiva del valore e il lavoro comandato dalla merce

La teoria additiva del valore avrebbe un senso logico soltanto nel caso in cui i redditi non sono considerati come fonti originarie del valore ( cause del valore ), ma sono determinati dalla domanda e dall'offerta dei fattori sul mercato che contribuiscono alla formazione del prezzo del bene finale.

Nell'esempio della teoria additiva il prezzo del capitale K è uguale al prezzo della merce finale ( P ) poiché si considera il caso più semplice della coltivazione del grano su un terreno libero da diritti di proprietà. In questo caso, il grano è sia il capitale iniziale ( sementi ) e sia il prodotto finale. Pertanto, il prezzo del capitale e del prodotto coincidono ( P ). Essendo un terreno libero, non si considera nell'equazione la rendita del proprietario terriero, per rendere più semplici i calcoli.

https://www.okpedia.it/la-critica-della-teoria-additiva-di-adam-smith


Segnala un errore o invia un suggerimento per migliorare la pagina


  1. Adam Smith
  2. la teoria economica classica
  3. il pensiero filosofico
  4. la teoria del mercato
  5. la mano invisibile
  6. la divisione del lavoro, la specializzazione e la produttività
  7. la teoria dello sviluppo
  8. la teoria dell'accumulazione
  9. la teoria della distribuzione
  10. la teoria del valore
  11. l'ipotesi della teoria additiva del valore

FacebookTwitterLinkedinLinkedin