OKPEDIA LAVORO

Storia lavoro

La storia del lavoro non ha un inizio e una origine precisa. Il diritto del lavoro nasce e si sviluppa nel XIX secolo ma il lavoro, come rapporto economico, è parte della stessa storia dell'uomo ed anticipa la stessa nascita delle civiltà umane. Nell'età antica il lavoro è un'attività disciplinata nell'ambito dei rapporti di famiglia, molti lavoratori sono inoltre degli schiavi privi di qualsiasi soggettività giuridica. Per molti secoli il lavoro è sostanzialmente la schiavitù. Nel Medioevo questo status si modifica con la diffusione della servitù. Nell'ordine feudale ciascun uomo è subordinato ad un altro in una complessa piramide del potere. I lavoratori sono servi della gleba, persone legate per tutta la vita alla coltivazione delle terre del signore feudale. Fino al medioevo non esistono forme di disciplina giuridica del lavoro a tutela dei lavoratori.

Le botteghe artigiane

Soltanto a partire dall'età comunale, nell'Alto Medioevo, le botteghe conquistano una importanza strategica nelle città, si riuniscono in corporazioni e gli stessi lavoratori delle botteghe iniziano ad avere una prima forma di tutela. Il lavoratore è soprattutto un apprendista che "apprende" il mestiere dal suo maestro. Nel '500-'600 la produzione è quasi totalmente in mano agli artigiani. I vincoli della società feudale si sfaldano in breve tempo, il potere economico passa di mano dai nobili proprietari terrieri all'emergente classe borghese, composta da mercanti-manufatturieri che nel corso del tempo hanno accumulato grandi profitti e ricchezze. In questi anni ha luogo la nascita del capitalismo mercantile.

Capitalismo industriale

La disponibilità finanziaria del mercante-capitalista gli consente di anticipare l'acquisto delle materie prime e dei macchinari, affidando ai lavoratori il compito di trasformarle in prodotti finiti. Il lavoratore non è più il maestro artigiano delle botteghe di età comunale, bensì un lavoratore subordinato e dipendente al volere del mercante, una sorta di quasi-salariato. Il lavoratore continua a lavorare a casa o nella bottega ( lavoro a domicilio ) ma in completa dipendenza del mercante-capitalista che progressivamente si trasforma nella figura del capitalista.

La produzione in fabbrica

Nel '700 l'espansione del commercio estero, le nuove scoperte tecnologiche ( macchina a vapore ) e la rivoluzione industriale spingono i capitalisti ad aumentare la scala di produzione tramite l'impiego delle macchine. Il gigantismo delle macchine non consente più di seguire la vecchia organizzazione del lavoro a domicilio. Il luogo di produzione viene concentrato nelle fabbriche. Il lavoratore è quindi costretto ad abbandonare la bottega, la casa e i campi per andare a lavorare nelle fabbriche. Tutti ciò si riflette anche in un fenomeno di migrazione di massa dalle campagne alle città, ove sono ubicate le fabbriche. La crescita della popolazione urbana nelle città causa anche un peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie dei lavoratori.In questa fase storica nasce la figura moderna del lavoratore dipendente salariato.

Le lotte di classe

La concentrazione dei lavoratori nelle fabbriche permette ai lavoratori di maturare una coscienza di classe. Nel XIX secolo le masse di lavoratori si organizzano per chiedere tutele e un miglioramento delle proprie condizioni di vita. In questi anni nascono la filosofia marxista e le prime organizzazioni dei lavoratori ( sindacati ). Le rivendicazioni dei lavoratori operai e contadini per un miglioramento della condizione sociale-salariale si trasformano in una vera e propria lotta di classe tra lavoratori e capitalisti che spesso sfocia nella violenza.

Il diritto del lavoro

Lo Stato inizia ad intervenire per mediare tra le classi sociali per disciplinare il rapporto di lavoro, fino a quel momento relegato a forme privatistiche che di fatto favorivano il capitalista, al fine di ridurre lo sfruttamento del lavoro e nel contempo creare le condizioni di stabilità politico-economico della nazione. I lavoratori conquistano i propri diritti in materia di orario di lavoro massimo, salario minimo, igiene nei luoghi di lavoro, protezione per le fasce di lavoratori più deboli (donne, bambini, ecc.), tutela sugli infortuni, ecc. Nel corso del Novecento il diritto del lavoro si completa con legislazioni e normative a tutela dei lavoratori. Queste conquiste, tuttavia, alla fine del secolo tornano nuovamente ad essere oggetto di mediazione e di discussione. La globalizzazione, la delocalizzazione degli impianti e la concorrenza dei paesi asiatici ( es. Cina, India, ecc. ) costringono i paesi più industrializzati a rivedere il patto sociale tra la classe dei lavoratori e quella dei capitalisti a favore di questi ultimi.

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