Stanza cinese

La Stanza cinese è un esperimento mentale di John Searle utilizzato per confutare la teoria dell'intelligenza artificiale forte. Secondo quest'ultima teoria un computer può sostituire una mente, in altri termini può diventare esso stesso una mente una volta programmato e quindi pensare. Al contrario, John Searle vuole dimostrare che una macchina può soltanto simulare una mente in quanto non ha condizioni per poter pensare. Searle ipotizza che in futuro si riesca a progettare una macchina in grado di superare il Test di Turing, realizzando un programma in grado di ricevere in input dei simboli cinesi, consultare una immensa tabella di simboli e quindi produrre simboli cinesi in uscita. Questa macchina può ingannare un interlocutore umano e superare il Test di Turing. Tuttavia ciò non equivale a dire che la macchina stia pensando. Secondo John Searle il medesimo risultato potrebbe essere ottenuto sostituendo il computer con una persona che non conosce il cinese. Questa persona può essere istruita a ricevere i simboli cinesi in input ed a consultare una tabella per trovare i simboli cinesi da inviare in output. Anche in quest'ultimo caso la "stanza cinese" sarebbe in grado di passare il Test di Turing. Non si può però dire che la persona nella stanza abbia capito ciò che stava facendo in quanto, non conoscendo il cinese, si è limitato a consultare una tabella per trovare il simbolo cinese più idoneo da inviare in output. In conclusione, secondo Searle la sintassi (grammatica) non è equivalente alla semantica (significato). L'esperimento di Searle è stato pubblicato nel 1980 sulla rivista The Behavioral and Brain Sciences nell'articolo "Minds, Brains and Programs" diventando una dei principali oggetti di discussione sull'intelligenza artificiale degli anni Ottanta e Novanta.

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