Nicoḷ Machiavelli

NICCOLO MACHIAVELLINiccolò Machiavelli (Firenze 1469 - 1527) è un uomo politico e uno scrittore del periodo rinascimentale italiano. E' considerato uno degli iniziatori del pensiero politico moderno. La sua opera più conosciuta è "Il Principe" dove descrive la figura dell'uomo di stato, pronto a sacrificare ogni principio morale in nome del bene della collettività. Machiavelli è un teorico della politica razionale come risposta all'egoismo naturale degli uomini e soprattutto un testimone della sua epoca che descrive con minuzia di particolari. Niccolò Machiavelli nasce nel 1469 a Firenze. Nei primi anni della sua vita riceve una formazione prettamente umanistica. Inizia ad occuparsi di politica ed a svolgere incarichi pubblici nella Repubblica fiorentina nel 1498, dopo il rogo di Savonarola,come segretario del governo dei Dieci di Balia. Dal 1500 al 1511 viene incaricato di svolgere diverse missioni diplomatiche per conto della Repubblica e del Papato. Con la caduta della Repubblica fiorentina e il ritorno dei Medici al potere, nel 1512, Niccolò Machiavelli viene rimosso da ogni incarico pubblico e condannato al confino per un anno. Nel 1513 viene sospettato di aver partecipato ad una congiura antimedicea, incarcerato e nuovamente condannato al confino. Viene amnistiato poco dopo con l'elezione di papa Medici Leone X. Nello stesso anno si ritira in completo isolamento nelle sue proprietà in Val di Pesa e qui scrive i suoi principali capolavori.

  • "Il Principe" (1513-1514)
  • "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio" (1515-1517)
  • "De re militari" (1521)
  • "Vita di Castruccio Castracani" (1520)

Negli anni di isolamento si dedica anche alla stesura di opere letterarie e filosofiche. Il successo ottenuto in una rappresentazione della sua commedia "La Mandragola", scritta nel 1518, gli consente di smussare il clima di sospetto nei suoi confronti. Nel 1525 porta in scena a Firenze la commedia grottesca "Clizia". In questi anni conclude e pubblica le "Istorie fiorentine". Nello stesso anno ottiene la revoca dall'interdizione agli incarichi pubblici. Machiavelli torna a svolgere un'attività politico-diplomatica al servizio dei Medici nella lega antimperiale formata da Firenze, il Papato e la Francia. La discesa in Italia dell'esercito imperiale di Carlo V travolge la lega e la stessa città di Firenze dove viene restaurata la repubblica da esponenti savonaroliani e la famiglia dei Medici è costretta alla fuga. La presenza di Machiavelli è sgradita al nuovo governo repubblicano che guarda con sospetto al suo passato svolto dapprima al servizio della Repubblica fiorentina e successivamente della famiglia dei Medici e per tali motivi viene allontanato nuovamente da ogni incarico pubblico. Nel 1527 Niccolò Machiavelli muore a Firenze all'età di 58 anni in condizioni di povertà. Per molti anni a venire le sue opere saranno inserite tra i libri proibiti in quanto immorali. Soltanto in seguito la sua prosa espressiva e tagliente sarà valorizzata. Nel '700-'800 molti suoi trattati politici, come il "Principe", conosceranno un'ampia diffusione come manuali dell'arte di governo, moderno, razionale e svincolata da ogni dogma etico-religioso. Un'espressione divenuta proverbiale sintetizza il pensiero machiavelliano ed è ancora molto usata al giorno d'oggi: "il fine giustifica i mezzi". Questa espressione, che in realtà non appare mai in ciò che scrive Machiavelli, è stata elaborata in ambiente gesuitico. Allo stesso modo, si definisce "machiavellico" qualcuno considerato molto astuto e privo di scrupoli. In realtà, per Machiavelli, il rapporto tra il fine ed il mezzo vuol dire che qualsiasi tipo di fine, anche quello che abbia una morale molto alta, non si può realizzare a meno che non ci siano i mezzi adeguati.

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