Cesare Beccaria
Cesare Beccaria è un letterato. giurista ed economista milanese del '700. Nasce a Milano nel 1738. È uno dei principali intellettuali illuministi del Settecento italiano e uno dei fondatori della rivista rivista liberale “Caffè” che lui stesso fonda insieme a Pietro Verri. Conquista una fama europea come giurista per le sue critiche all'arbitrarietà del sistema giuridico lombardo. Sostiene l'abolizione della pena di morte e l'adeguamento della pena alla pericolosità sociale.
Nel 1768 viene fondata per Beccaria la prima cattedra di economia politica a Milano, dove l'economista insegna per due anni. Le sue lezioni accademiche sono raccolte e pubblicate nell'opera postuma “Elementi di economia politica” del 1804.
Negli anni successivi Cesare Beccaria entra nell'amministrazione pubblica. Durante il suo incarico come amministratore scrive diverse relazioni sulla situazione economica, sulla politica di conservazione del grano, sulle politiche monetarie e sulla popolazione. Muore a Milano nel 1794.
Il pensiero economico di Beccaria
Come economista pubblica un saggio sulla teoria pura del contrabbando, avvalendosi anche degli strumenti matematici e algebrici. Questo approccio analitico-quantitativo contribuisce a diffondere l'economia matematica e l'applicazione del metodo scientifico nello studio dei fenomeni economici e nel ragionamento economico.
Beccaria si pone in maniera critica nei confronti della teoria fisiocratica. Nei suoi scritti si possono trovare alcuni concetti della teoria economica classica, come la divisione del lavoro e l'ipotesi dei rendimenti crescenti nel settore industriale. Beccaria intuisce anche la differenza tra il mercato concorrenziale e quello di oligopolio nel processo di determinazione dei prezzi di equilibrio. È considerato uno degli economisti preclassici italiani.
La teoria utilitaristica di Beccaria
Beccaria ha un approccio soggettivista dei fenomeni economici. Tenta di spiegare il comportamento e le scelte economiche delle persone tramite una teoria utilitaristica. Secondo Beccaria, le persone compiono le proprie scelte per aumentare il piacere e ridurre il dolore. Considera l'utilità misurabile in quantità e assegna al governo il compito di massimizzare l'utilità totale ( felicità ) divisa per la popolazione, una sorta di utilità pro capite. Questa visione accomuna Beccaria con Pietro Verri, uno degli altri fondatori milanesi della rivista “Caffè”, ed entrambi sono considerati anticipatori della teoria utilitaristica di Bentham.
Le principali opere di Beccaria
- "Dei delitti e delle pene" ( 1764 )
- "Dei disordini e dei rimedi delle monete nello stato di Milano" ( 1762 )
- "Ricerche intorno alla natura dello stile" ( 1770 )
E' anche ricordato come nonno di Alessandro Manzoni. Sua figlia Giulia sposa il conte Pietro Manzoni.