Egemonia macedone
L'ascesa macedone ha inizio nel IV secolo a.C. con il regno di Filippo II. Prima di allora non si registrano fatti storici importanti sul popolo macedone sulla scena greca. Filippo II sale al trono nel 359 a.C. come reggente del nipote Aminta, figlio di Perdicca III, che poi spodesta per diventare un monarca a tutti gli effetti. Nella società macedone il re è un monarca assoluto con poteri militari, politici e religiosi. È una società retta da un'aristocrazia guerriera, composta dai nobili, che affianca il re nelle scelte di governo. A differenza delle polis greche nella società macedone non esiste una vera e propria assemblea popolare, in parte rimpiazzata dall'assemblea dei soldati. Si tratta pertanto di una monarchia assoluta di stampo militarista con potere fortemente accentrato in un unico uomo.
Imperialismo macedone
Nel IV secolo i macedoni vantano una indiscussa superiorità militare nei confronti del mondo greco ormai debole e frammentato dalle lunghe guerre interne. In questo contesto storico il macedone Filippo II disegna il suo piano di conquista, indispensabile per dispensare potere e terre ai nobili macedoni, guardando con interesse alle polis greche e ai territori persiani. Il piano imperialista sarà portato a compimento dal figlio Alessandro (Alessandro Magno). A Filippo II va soprattutto il merito di aver costruito l'egemonia macedone sul mondo greco e di aver assicurato alla Macedonia uno sbocco al mare.
Strategia di Filippo II
Filippo si presenta come "greco fra greci" cercando di elevare il rango macedone a quello di rappresentante e legittimo erede del mondo greco. Agli occhi dei greci, tuttavia, i macedoni sono considerati ancora come un popolo barbaro o, nelle migliore delle ipotesi, come una stirpe greca di secondo ordine. Per far dimenticare le origini Filippo II propone una sacra unione antipersiana per invadere la Persia, promettendo ai greci il ritorno ai fasti del passato. Avvia relazioni diplomatiche con il mondo greco, facendo proprie i costumi e le tradizioni greche, per conquistare la fiducia delle polis greche. Nel suo operato è particolarmente marcata la propaganda. In realtà più che alla unificazione dei greci Filippo II mira all'integrazione del popolo greco e di quello macedone in una nuova società greco-macedone da porre sotto il proprio dominio.
