Bernard de Mandeville

Bernard de Mandeville è un filosofo e medico inglese, di origine olandese. Nasce a Dordrecht ( Olanda ) nel 1670 e muore ad Hackney ( Inghilterra ) nel 1733 all'età di 63 anni. È uno scrittore e attento osservatore della sua epoca. Alla fine del XVII secolo la società si trova in un momento di profonda trasformità dei modi di produzione e delle consuetudini sociali, una fase di passaggio che conduce al capitalismo. Bernard de Mandeville si mostra critico nei confronti della nascente società capitalistica e del razionalismo etico. Pur scrivendo in un periodo storico in cui domina la teoria economia mercantilista, Mandeville introduce diversi concetti della scuola classica, come la preferenza per il regime di mercato concorrenziale e l'approccio individualista delle scelte economiche pubbliche e private. Per questa ragione è considerato uno dei precursorsi della scuola classica.

I vizi privati generano dei benefici pubblici

Nell'opera "The Fable of the Bees, Private Vices and Public Benefits" ( trad. "La favola delle api, ossia vizi privati, pubblici benefici" ) del 1705, Bernard de Mandeville delinea un quadro satirico della società inglese pre-capitalistica. Inizialmente l'opera viene pubblicata in forma anonima. Nella metafora delle api, Mandevlle osserva la capacità di un alverare di produrre il miele, pur essendo ogni ape mossa dalla ricerca del piacere personale. In questo fenomeno naturale l'autore sottolinea le somiglianze con la società umana. Ogni uomo è spinto al soddisfacimento dei propri bisogni che, a loro volta, hanno origine da deprecabili vizi privati. La continua ricerca del piacere da parte di ogni uomo, conduce l'economia verso lo sviluppo e la crescita economica.

il nesso di causa ed effetto tra i vizi privati e i benefici pubblici


Secondo Mandeville lo sviluppo economico e sociale è trainato essenzialmente dai vizi privati delle singole persone ( es. egoismo, lusso, lussoria, vanità, ecc. ). Essedo lo sviluppo economico un beneficio sociale per tutti, Mandeville deduce che i vizi privati, nonostante siano moralmente deprecabili, sono alla base dei benefici sociali ( occupazione, lavoro, produzione, ecc. ). Grazie ai vizi umani nascono i bisogni che alimentano la domanda di mercato di beni e servizi economici, si espandono i traffici commerciali e la produzione.

L'utilità delle spese improduttive e del lusso. Nel XVIII secolo le spese per il lusso sono spesso oggetto di discussione, alcuni le considerano improduttive, mentre altri ne esaltano il ruolo come fattore di prosperità economica per tutti. Mandeville sostiene l'utilità della spesa fastosa per i beni di lusso. Pur avendo origine dai vizi umani, i beni di lusso generano importanti benefici sociali. È invece critico verso il risparmio e la parsimonia che, pur essendo virtù economiche e sociali, causano paradossalmente dei mali pubblici e tolgono risorse alla ricchezza nazionale. Per Mandeville le stesse norme morali sono determinate dalle consuetudini sociali.

La tesi a favore della concorrenza e il rifiuto dell'intervento pubblico

Mandeville è contrario all'intervento pubblico dello Stato. Se l'economia è trainata dai vizi privati, non può dirsi altrettanto delle virtù. Al contrario, paradossalmente alcune virtù moralmente desiderabili producono effetti economici opposti ( mali pubblici ). Ad esempio, la parsimonia e il risparmio sono considerate una virtù ma se tutti le seguissero, nessuno comprerebbe più nulla e l'economia nazionale sarebbe condannata a crollare rapidamente in uno stato di profonda stagnazione. Allo stesso modo, la carità e l'assistenza disincentivano l'iniziativa, riducendo l'offerta di lavoro, la concorrenza e la produzione di beni e servizi. Se il governo intervenisse a sostegno delle virtù ( parsimonia, carità, assistenza, ecc. ), potrebbe condannare tutti a vivere peggio o in uno stato di estrema povertà.

paradossalmente il sostegno pubblico alle virtù dei privati causa l'insorgere di mali pubblici

Mandeville è quindi contrario alle politiche mercantiliste della sua epoca che spingono i governi intervenire continuamente sui mercati per proteggere gli interessi delle compagnie mercantili nazionali. Come Dudley North anche Mandeville sostiene l'importanza del libero gioco delle forze di mercato e della libertà degli scambi.

Mandeville tra i precursori della scuola classica

Mandeville è un precursore della scuola classica dell'economia. Si schiera a favore della libera iniziativa e della concorrenza, in un'epoca in cui i mercantilisti sostengono il protezionismo economico e le limitazioni allo scambio internazionale. Secondo Mandeville, l'assenza di vincoli e ostacoli permette a ogni singolo soggetto economico di dare libero sfogo al proprio egoismo e di perseguire liberamente il soddisfacimento dei propri bisogni personali. Se ogni individuo raggiugne il suo massimo privato, anche la società nell'insieme raggiunge livelli elevati di ricchezza. In Mandeville e in altri precursori dell'economia classica emerge la visione della ricchezza pubblica come sommatoria delle ricchezze private.

Un altro aspetto comune tra Mandeville e l'economia classica è la visione individuale dell'uomo, con poche virtù e molti vizi. La continua ricerca del piacere di ciascun uomo conduce la società verso un livello di ricchezza superiore. Lo stesso concetto espresso da Mandeville viene descritto molti decenni più tardi da Adam Smith come una mano invisibile, nella sua opera più importante ( "La ricchezza delle Nazioni" ) che segna la nascita della scuola classica.

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note


  • Dudley North. Il pensiero economico di Mandeville e molto vicino a quello di Dudley North. Entrambi gli autori sono considerati dei precursori della scuola classica.
  • La nota di Keynes. Nel '900 l'economista inglese Keynes sottolinea il pensiero di Mandeville e, in particolar modo, la critica di quest'ultimo verso l'eccessivo risparmio che causa la stagnazione e la povertà. Negli anni '30 Keynes vive un problema simile. La scarsa fiducia verso il futuro spinge gli imprenditori alla preferenza della liquidità, in attesa di tempi migliori ( preferenza della liquidutà ). Ogni imprenditore è mosso dal proprio animal spirit che lo spinge a risparmiare e a non investire, a causa delle scarse aspettative sugli scenari economici futuri. Keynes è quindi testimone di ciò che Mandeville asserisce due secoli prima. Pur essendo una virtù, la parsimonia condanna l'intera economia alla stagnazione. Il consumo, invece, traina lo sviluppo economico, indipendentemente dal fatto che sia destinato a soddisfare vizi deprecabili o meno.

Teoria economica classica


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