Gianmaria Ortes
Gianmaria Ortes è un filosofo ed economista veneziano del Settecento. Nasce a Venezia nel 1713. In gioventù, nel 1727, entra in monastero per volontà della famiglia, dove rimane fino al 1743 quando ne esce con il titolo di abate. Negli anni successivi viaggia molto sia in Italia che in Europa.
Negli anni successivi studia e pubblica diverse opere sulle scienze economiche e sulle politiche economico-demografiche. Ortes abbraccia le idee illuministe e utilizza gli strumenti matematici per dare maggiore fondatezza le proprie teorie socioeconomiche.
La sua teoria economica è considerata pre-classica poiché introduce diversi elementi della futura scuola classica dell'economia. Anticipa la teoria demografica di Malthus e la teoria dei rendimenti decrescenti in agricoltura. I suoi studi sono citati da diversi economisti classici e da Karl Marx. Muore a Venezia nel 1790.
La teoria demografica di Ortes
Ortes ha una concezione pessimistica del mondo. È scettico sulla possibilità che il genere umano possa evolversi moralmente.
Analizza il rapporto tra la popolazione e i mezzi di sussistenza. Quando il sistema economico non è in grado di produrre una sufficiente offerta di generi agroalimentari, larghi strati della popolazione cadono in condizioni di profonda miseria.
Per evitare le conseguenze drammatiche dell'ineguale distribuzione della ricchezza, propone una politica di controllo demografico delle nascite. Precorrendo la dottrina malthusiana, l'economista veneziano sostiene la necessità di porre un limite alla crescita della popolazione.
La teoria demografica è contenuta prevalentemente nell'opera "Riflessioni sulla popolazione delle nazioni per rapporto all'economia nazionale" del 1790, ed è strettamente collegata alla sua teoria economiche, in cui la popolazione viene elevata al ruolo di vero fattore della ricchezza nazionale.
La teoria economica di Ortes
Ortes costruisce un sistema teorico originale, in base al quale la produzione nazionale è limitata dalla dimensione della popolazione che, a sua volta, è determinata dalle capacità di sostentamento offerte dalle risorse naturali del paese.
Secondo l'economista, la società umana è regolata da leggi immodificabili. L'uomo non può intervenire per modificarle, può soltanto conoscerle ed eventualmente sfruttarle. Ortes è un sostenitore del laisser faire e del libero scambio sul mercato.
Nel saggio "L'economia nazionale" del 1771 elabora un modello per descrivere il funzionamento del sistema economico e delle leggi economiche, e le loro relazioni con le variabili demografiche.
La ricchezza della nazione è correlata in modo diretto alla dimensione della popolazione. Per questo motivo, l'autore è scettico sulla possibilità dei governi di intervenire sul sistema economico.
In particolar modo, secondo Ortes la povertà è causata dall'ineguale distribuzione della ricchezza ( pauperismo ) che, in controtendenza con la sua epoca, l'autore considera come uno dei problemi più gravi della società.
La ricchezza non viene però identificata con la moneta. Ortes considera la moneta soltanto come una sua rappresentazione. La vera ricchezza è la capacità del sistema economico di produrre mezzi di sostentamento ( beni agroalimentari ).
La crescita della produzione è limitata dal consumo, quindi dalla popolazione. La ricchezza è così determinata dalla popolazione e dal rapporto con i mezzi di sussistenza.
Le opere di Gianmaria Ortes
Nel corso della sua vita Gianmaria Ortes pubblica le seguenti opere e saggi sui temi socioeconomici e demografici:
- "Il calcolo sopra il valore delle opinioni e sopra i piaceri e i dolori della vita umana" ( 1757 )
- "Le riflessioni di un filosofo americano" ( 1761 )
- "Errori popolari sopra l'economia nazionale" ( 1771 )
- "L'economia nazionale" ( 1774 )