Evoluzione agricoltura italiana nel novecento
Nel secondo dopoguerra italiano la struttura economica e sociale dell'Italia muta radicalmente da paese agricolo-industriale a paese industriale. In questa fase storica l'agricoltura perde il suo posto primario nella struttura economica del paese. Si riduce radicalmente l'occupazione agricola causando una forte emigrazione dalle campagne verso le città o verso l'estero. Il fenomeno dell'esodo agricolo, già in corso dalla metà dell'Ottocento, conosce una rapida accelerazione negli anni Cinquanta. Contemporaneamente si sviluppa un nascente settore industriale in grado di assorbire i lavoratori espulsi dal settore agricolo. La minore occupazione agricola non influenza la produzione agricola che, al contrario, cresce rapidamente grazie alla meccanizzazione e all'applicazione tecnologica. La produttività del lavoratore agricolo decuplica in pochi decenni facendo raddoppiare la produzione agricola in termini reali nel secondo dopoguerra. Muta anche l'organizzazione agricola e le abitudini di consumo. Si riduce l'autoconsumo delle famiglie contadine ed aumentano i consumi dei beni secondari anche nelle zone rurali dove ha luogo una lieve urbanizzazione con l'arrivo dei servizi idrici ed elettrici. L'impiego dei macchinari e della tecnologia ha, infine, trasformato l'organizzazione agricola in un complesso sistema agroalimentare in cui l'industria, l'agricoltura e la distribuzione non sono più settori separati bensì profondamente integrati. 09 / 09 / 2010