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Entropia di Georgescu Roegen

L’entropia è un termine ereditato dalla fisica ed applicato alle scienze sociali con diverse accezioni. Deriva dal secondo principio della termodinamica formulato da Clausius nel 1865 per affermare che un sistema chiuso, ossia senza scambi con l’ambiente esterno, tende verso una degradazione (disordine) dei propri elementi. Il concetto fu ripreso nel 1971 dall’economista rumeno Georgescu-Roegen nella pubblicazione “Entropia e processo economico”.

Materia a bassa e alta entropia. Secondo Georgescu-Roegen la materia che circonda l’uomo può essere classificata in base alla scala entropica. Facciamo un esempio. Un barile di petrolio ha un basso valore d’entropia. Una volta trasformato in combustibile ed utilizzato sotto forma di benzina o gasolio, il petrolio genera energia cinetica (movimento dell’automobile), inquinamento e calore. Quest’ultimo, il calore, ha invece un valore elevato d’entropia e non è più riutilizzabile. Il processo si caratterizza anche per essere unidirezionale e irreversibile. Nel lungo periodo un sistema chiuso raggiunge il valore massimo d’entropia e tutta la materia e l’energia si trasforma in calore. Un percorso che procede dall’ordine verso il disordine.

La nascita della bioeconomia. L’entropia ha trovato ampia attenzione nella seconda metà del novecento per la sua capacità d’interpretazione dell’economia contemporanea fortemente dipendente dalle risorse naturali e materie prime esauribili a bassa entropia (es. petrolio) e produttrice d’inquinamento e rifiuti soltanto parzialmente recuperabili, quindi ad alta entropia (es. scorie). Le risorse e l’energia libera (fossile) sono utilizzate dall’uomo e progressivamente degradate. Da questo flusso deriva la crisi ambientale dei nostri anni. Questa teoria ha un risvolto pessimista e si contrappone alla visione positiva del primo novecento. Secondo Georgescu-Roegen l’economia moderna è destinata a collassate con l’esaurimento delle riserve d’energia non rinnovabile lasciando l’umanità in un mondo degradato, pieno di rifiuti e inquinato. Da questa considerazione deriva la necessità di fare ricorso alle risorse naturali in modo più prudente, integrandole con l’utilizzo delle energie rinnovabili come il sole o il vento per allungare la sostenibilità delle economie moderne e dell’uomo.

Il sistema circolare si inceppa. L’applicazione dell’entropia nella teoria economia modifica anche la visione circolare dei sistemi economici e naturali, secondo cui tutto si trasforma e nulla si distrugge, per reintrodurre una visione lineare e non reversibile dei processi produttivi. Una volta esaurite le risorse il processo produttivo è destinato inequivocabilmente a bloccarsi. Ad ogni ciclo produttivo la materia e le energie si trasformano in rifiuti e calore senza poter essere nuovamente reintrodotti nel successivo ciclo produttivo.

Fa eccezione l’energia solare. Considerando la terra come un sistema chiuso la tendenza all’entropia è inevitabile. Il flusso esterno d’energia proveniente dal Sole è invece l’unica speranza per rendere sostenibile l’intero sistema produttivo. Ciò non significa soltanto produrre energia dai pannelli solari. I raggi solari generano energia sotto varie forme: energia chimica dalle piante (biocarburanti), energia cinetica con il vento (eolico) o con il moto perpetuo dei fiumi (idroelettrico) ecc. Una quantità d’energia proveniente dall’esterno della Terra, praticamente inesauribile dal punto di vista del ciclo produttivo umano, che si contrappone alla limitata disponibilità di materia ed energia a bassa entropia già presente sul nostro pianeta (petrolio, gas, carbone). Da questo filone d’indagine ha preso origine la bioeconomia, un gruppo trasversale di ricerca che indaga i nessi e le relazioni tra il sistema economico e quello naturale.

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