Economia preindustriale
L'economia preindustriale in Europa caratterizza i sistemi economici del periodo compreso tra il XIX e il XVI secolo. È un periodo di transizione dalle relazioni tipiche del sistema feudale del medioevo a quello mercantile e manifatturiero dell'epoca pre-industriale.
La popolazione in condizioni di povertà diffusa
La popolazione vive in uno stato di profonda povertà, in stato di miseria e sussistenza. Il tasso di mortalità è molto alto, a causa delle continue carestie, epidemie e guerre. L'aspettativa di vita delle persone è molto bassa.
La dimensione della popolazione è soggetta a forti sbalzi, a cause delle epidemie. Soltanto a partire dal XVI secolo si registra un incremento costante della natalità e una riduzione del tasso di mortalità.
La distribuzione del reddito e del potere
Il potere economico e politico è fortemente concentrato nelle mani dei sovrani, degli aristocratici e della chiesa, sotto forma di proprietà della terra e di tesoreggiamento.
La pratica del tesoreggiamento della moneta metallica e dei metalli preziosi è molto diffusa. Nelle amministrazioni viene seguito il pensiero bullionista, secondo cui la ricchezza e il potere sono misurati dalla quantità di metalli preziosi ( oro, argento ) nelle casse pubbliche dello Stato.
Il sistema economico preindustriale
Il sistema economico preindustriale si basa prevalentemente sul settore primario ( agricoltura ed estrazione mineraria ) e sulla produzione tessile ed edile.
Il sistema produttivo è basato su attività di piccole dimensione, su bassa scala, ed è caratterizzato da condizioni di arretratezza economica.
Essendo la ricchezza concentrata nella classe aristocratica, l'economia si regge prevalentemente sull'acquisto dei beni agricoli, dei beni di lusso e dei servizi personale da parte dei nobili proprietari terrieri, sulla realizzazione di monumenti e opere pubbliche improduttive ( es. cattedrali, palazzi, ecc. ).
I lavoratori non sono specializzati e la produttività del lavoro è molto bassa. Quando non conoscono un mestiere, questi si dedicano alle attività contadine, ai lavori improduttivi, ai servizi personali, prestano servizio nell'esercito o svolgono cariche religiose ed ecclesiastiche.
L'economia rurale e l'agricoltura di sussistenza
L'agricoltura è il settore prevalente del sistema economico, vi sono impiegati circa i 3/4 dei lavoratori. La produzione agricola è caratterizzata da scarsa produttività e da poche innovazioni e miglioramenti tecnici.
Il valore della terra è legato soprattutto alla sua fertilità naturale. La terra viene coltivata tramite il sistema della rotazione. Dopo due o tre periodi di coltivazione, la terra viene lasciata incolta ( a maggese ) per farla riposare.
E' un'agricoltura contadina di sussistenza, finalizzata a soddisfare i bisogni primari della famiglia dell'agricoltura.
Le famiglie contadine non hanno alcun incentivo a produrre di più, oltre il necessario per sfamare la propria famiglia.
Il surplus della produzione è minimo e i prodotti possono essere venduti soltanto nei mercati locali, a causa delle cattive condizioni delle vie di comunicazione e delle difficoltà di trasporto dei generi alimentari.
Il settore secondario, l'artigianato e la manifattura
Il settore secondario del sistema economico preindustriale è ancora legato alle corporazioni dei mestieri e al sistema produttivo delle botteghe artigianali.
Le attività produttive sono caratterizzate dalla bassa presenza di capitale fisso ( macchinari, strumenti, ecc. ), rispetto al capitale circolante ( materie prime, scorte di prodotti, metalli preziosi, denaro, ecc. ) e al lavoro.
La necessità di mantenere un elevato rapporto di capitale variabile è dovuto alle condizioni di incertezza in cui si trovano i produttori nell'epoca preindustriale, soggetti alle catastrofi naturali. Si tende a mantenere grandi scorte alimentari per fronteggiare congiunture e rischi, carestie, guerre, ecc.
I primi cenni di manifattura si notano soltanto nel settore tessile, dove il rapporto tra capitale fisso e variabile è superiore.
I trasporti e le vie di comunicazione
Le vie di comunicazione terrestri sono pericolose, le strade sono in cattivo stato manutenzione e i collegamenti tra le città sono spesso interrotti. Per queste ragion il commercio nelle economie preindustriale è soprattutto locale o nazionale.
Il trasporto delle merci via mare, invece, è più sicuro ed economico. La navigazione è il mezzo di trasporto più usato per il commercio internazionale, in quanto è in grado di colmare distanze anche continentali.
Nel XVI secolo la scoperta geografica dell'America fornisce uno forte stimolo al commercio marittimo.