Finanza sociale
La scuola della finanza pubblica sociale nasce nella seconda metà del XIX secolo e si sviluppa in diversi contesti, in prevalenza socialisti e marxisti ma non solo.
I riformisti sociali contestano ai classici la finanza neutrale e il modello capitalistico, ritenendolo soltanto un'espressione degli interessi della classe capitalistica. Le classi sociali più povere sono invece escluse dalla redistribuzione della ricchezza prodotta dal sistema economico.
Secondo i riformisti sociali, lo Stato deve intervenire sull'economia per redistribuire la ricchezza a sostegno delle classi sociali più deboli e per attenuare le sperequazioni.
Nella finanza pubblica sociale lo Stato offre molti più servizi al cittadino rispetto alla finanza neutrale.
Ad esempio, la sanità e l'istruzione gratuita, l'assistenza sociale per i lavoratori, per i disoccupati, gli anziani, gli invalidi e le famiglie disagiate e povere, ecc.
La spesa pubblica è molto più alta perché per offrire questi servizi pubblici lo Stato deve trovare un maggior numero di risorse.
Nella finanza sociale ottocentesca la copertura finanziaria della spesa pubblica viene ottenuta con le entrate fiscali progressive.
In particolar modo, gli strumenti fiscali preferiti sono l'imposta progressiva sul reddito e l'imposta di successione.
- L'imposta progressiva sul reddito incide maggiormente sui redditi più alti, sui quali grava un'aliquota maggiore, da redistribuire alle fasce di reddito più basse.
- L'imposta di successione incide sulla trasmissione del patrimonio per evitare l'accumulazione di capitale nelle mani di poche famiglie.
Queste misure fiscali contribuiscono a modificare la distribuzione del reddito a favore delle classi più povere della società.
Inoltre, consentono al policy maker di trovare le risorse necessarie per finanziare la spesa pubblica sociale.
Inizialmente la finanza sociale viene accolta da molte critiche da parte dei classici e dei sostenitori della finanza neutrale.
Tuttavia, col passare del tempo viene introdotta nei programmi di governo di gran parte dei paesi sviluppati.
