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Storia del Libano

Il Libano si estende tra Siria e Israele in una regione pari a quella dell'Abruzzo. Diviene protettorato francese dal 1920 al 1943, quando riesce a ottenere l'indipendenza. La sua storia è caratterizzata da alterni periodi di instabilità politica e dominio straniero. Nel 1948 il paese inizia a dare asilo ai profughi provenienti della Palestina in fuga dopo il conflitto arabo-israeliano e la creazione dello Stato di Israele. Altri importanti esodi palestinesi verso il Libano si hanno nel 1967 durante la guerra dei "sei giorni", vinta da Israele contro Egitto, Siria e Giordania, e nel 1970 durante il "settembre nero" delle persecuzioni anti-palestinesi di Re Hussein di Giordania. Nel 1975 si contano nel Libano almeno 300 mila palestinesi e l'ingente presenza di profughi diviene il detonatore della guerra civile libanese nell'aprile del 1975. Da un lato le milizie composte dai cristiani maroniti, dall'altro una coalizione musulmana di palestinesi, sunniti e Drusi. Il volgere dalla guerra a favore dei maroniti spinge la Lega Araba, nell'accordo di Riyad, all'intervento diretto con una Forza Araba di Dissuasione (FAD) egemonizzata dalla Siria, paese musulmano confinante. L'intervento siriano non è però disinteressato, nasconde il desiderio di conquista nazionale e di occupazione per realizzare il progetto della "Grande Siria". Nel 1978 lo stato di occupazione del Libano da parte della Siria è sanzionato dalla stessa Lega Araba senza però ottenere alcun effetto. Le truppe siriane rimangono in Libano fino all'aprile del 2005 quando, a seguito delle grandi manifestazioni spontanee di piazza in risposta all'assassinio del primo ministro libanese Rafiq al-Hariri, abbandonano il Libano e si ritirano definitivamente verso Damasco. La lunga guerra civile (1975-1990) danneggia duramente le infrastrutture del Libano senza però intaccare la buona reputazione nel settore dei servizi bancari, finanziari e assicurativi. Nel 1978 le truppe israeliane entrano nel sud del Libano per controllare una fascia di sicurezza sul confine e proteggersi dai continui attacchi dell'Olp. Nel 1982 il governo di Tel Aviv si accorda con il governo cristiano-maronita libanese per la lotta comune contro i palestinesi. Le truppe israeliane invadono il Libano meridionale fino a Beirut per neutralizzare le basi dell'Olp. La situazione precipita nel caos in tutto il paese e lo stesso presidente libanese Béchir Gemayel, leader del partito della falange e neoletto presidente grazie al sostegno israeliano, viene ucciso in un attentato. L'operazione "Pace in Galilea" miete almeno 18 mila vittime tra i civili libanesi. Nello stesso anno la comunità internazionale decide per l'invio sul posto di un contingente ONU per permettere l'evacuazione da Beirut. La resistenza palestinese dell'Olp, capeggiata da Yasser Arafat, lascia Beiurt per la volta di Tunisi. Anche le truppe israeliane si ritirano al confine, dove manterranno comunque una fascia cuscinetto di 15 km all'interno del territorio libanese. Ritirate le truppe israeliane dai territori, in quello che viene considerato come una sorta di Vietnam per Tel Aviv, il definitivo controllo del paese da parte delle truppe siriane avviene nel 1987, il presidente libanese Karama invita l'esercito siriano a occupare il territorio libanese per porre fine alla decennale guerra civile. La ricostruzione della capitale Beirut negli anni '90 apre un periodo di ripresa economica, favorita dal sistema bancario nazionale e da un sistema industriale caratterizzato da piccole e medie imprese. Durante questo periodo di pace non sono comunque mancati altri brevi interventi militari dei soldati con la stella di David nel 1993 e nel 1996. Complessivamente però la pace riesce a tenersi in piedi e le truppe israeliane si ritirano anche dalla fascia di sicurezza libanese nel 2000. L'equilibrio si rompe il 12 luglio del 2006 col rapimento di due soldati israeliani lungo il confine per opera dell'organizzazione musulmana sciita Hezbollah. Ancora oggi il conflitto etnico-religioso è una delle principali cause di tensione sociale del paese, diviso tra musulmani (60%) e cristiano-maroniti (40%). La componente maronita è stata protagonista nella guerra civile del '75-'82 con l'organizzazione della "Falange Libanese" vicina a Israele e contrapposta alla componente maronita filo-siriana. Al termine della guerra civile le truppe musulmane Druse costrinsero la popolazione maronita a continui esodi forzati verso le alture dello Chouf. Questa breve storia del "paese dei cedri" vuole evidenziare la complessità delle relazioni culturali-religiose del Libano, spesso utilizzato come scenario di guerra e di confronto militare dalle potenze confinanti di Siria e Libano.


20/07/2006

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