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Contratto collettivo nazionale di lavoro

Un contratto collettivo nazionale di lavoro è un accordo stipulato tra i datori di lavoro e le organizzazioni sindacali di un determinato comparto di attività economica al fine di regolare disciplinare il contenuto dei contratti di lavoro fra singoli lavoratori e datori di lavoro. È anche conosciuto con la sigla CCNL. Il contratto collettivo è composto da una parte normativa e da una parte obbligatoria, si applica su tutte le imprese del comparto economico nel territorio nazionale. Questa tipologia di contratto consente di disciplinare il rapporto lavorativo tra i soggetti collettivi determinando i seguenti aspetti:

  • Aspetti normativi del rapporto di lavoro: orario di lavoro, qualifiche, inquadramento, livelli, mansioni, permessi lavoro, ferie, ecc.
  • Aspetti economici del rapporto di lavoro: retribuzione minima, scatti di anzianità, indennità ecc

Il CCNL è stipulato a livello nazionale dalle organizzazione di rappresentanza dei lavoratori (sindacati) e dai datori di lavoro. Nell'accordo collettivo viene definita la disciplina dei rapporti reciproci tra lavoratori e datori di lavoro. I contratti collettivi nazionali sono nati per eliminare la concorrenza tra lavoratori in fase di trattativa ed evitare di subordinare l'interesse individuale di ciascun lavoratore all'interesse collettivo, al fine di migliorare le condizioni di lavoro per tutta la categoria dei lavoratori.

Contratto collettivo nazionale e contratti di lavoro individuali

Nei settori economici in cui vige un contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) i contratti individuali di lavoro tra lavoratore e datore di lavoro sono subordinati al rispetto delle norme previste dal CCNL. La materia è disciplinata nell'articolo 1362 del codice civile. Il contratto individuale di lavoro può divergere da quanto previsto nel CCNL soltanto in senso migliorativo per il lavoratore. I contratti collettivi sono a loro volta soggetti al rispetto delle leggi secondo quanto stabilito nella gerarchia delle fonti. In caso di norme contraddittorie tra diversi CCNL dello stesso comparto economico, essendo fonti di pari gerarchia, vale il principio della successione temporale in base al quale il contratto nazionale di lavoro più recente modifica il precedente.

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